GUARDA (EV). “Prima i Veneti, ma non se agricoltori! Da Avepa una nebbia di numeri che elude le risposte alle mie domande sui ritardi.”

“Altro che prima i Veneti: ultimi in Italia nel pagamento degli agricoltori! A novembre 2023 fui la prima a lanciare i primi SOS circa i ritardi nei pagamenti da parte di AVEPA (Agenzia Veneta Per I Pagamenti) rispetto alle somme oggetto di domanda nell’ambito dei regimi di sostegno previsti dalla politica agricola comune (PAC). Non ritenevo soddisfacenti le risposte fornite da AVEPA in commissione agricoltura a dicembre 2023, né quelle fornite nel febbraio 2024, che indicavano un 94% di domande uniche pagate, quando in realtà erano centinaia le aziende che mi contattavano affermando di non aver ricevuto alcun pagamento. E infatti scopriamo che il dato riguardava solo il pagamento base, uno solo dei pagamenti previsti nella domanda unica.

Qualche giorno fa, in Commissione Agricoltura, in sede di resoconto dell’attività di Avepa nel 2023, ho avuto modo di rilevare che le mie sollecitazioni e richieste di chiarimento in merito alla domanda unica e sul CSR vengono eluse infittendo la foschia dei numeri, non fornendo nemmeno dei dati richiesti già a dicembre.

Questo balletto di numeri, non consente a nessuno, men che meno alla Regione, di determinare con sufficiente chiarezza quali sono le cause dei ritardi nei pagamenti dei fondi europei gestiti dalla Regione Veneto, provocando difficoltà alle aziende che già a novembre si aspettavano gli anticipi utili a pagare tasse, forniture di fieno e altre materie prime.”
Lo dichiara la Consigliera regionale Cristina Guarda (Europa Verde).

“L’unica cosa che appare chiara è che, mentre Agea, l’agenzia nazionale, nelle regioni in cui opera pagò tutti gli anticipi entro novembre e afferma che concluderà i pagamenti dei saldi in anticipo, l’Agenzia Veneta dovrà pagare in 2 mesi e mezzo ciò che avrebbe dovuto pagare da dicembre a giugno. Questo perché ha scelto di bloccare i pagamenti degli anticipi di Domanda Unica (max 60-70% del totale) e Csr (max 85%) per paura di eventuali irregolarità commesse da pochi, danneggiando però i più.”

“Il mio non è puro formalismo, perché ne va della sopravvivenza di molte aziende, Specie in montagna, dove ad esempio pare manchi il pagamento di più di 1/3 delle indennità compensative (7mln su 19), uno dei pagamenti che un tempo venivano effettuati per primi, proprio per la complessità della vita delle imprese agricole in aree montane.”
Continuerò a lavorare per avere chiarezza sui dati contraddittori riportati ieri in commissione e per capire come aiutare l’agenzia a ristabilire il metodo migliore per agire.”

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