Una appello per salvare il parco dei Colli Euganei

Il disegno di legge sui Parchi ripresentato dalla Regione, se passa così come è stato proposto, comporterà per il Parco dei Colli  conseguenze deleterie. Numerose associazione ambientaliste hanno sottoscritto un appello alla Regione affinché questo progetto venga radicalmente riformato, a partire dai suoi presupposti.

Di seguito il testo dell’appello. Chiunque voglia aderire, a proprio nome o come associazione, può scrivere ad uno dei seguenti indirizzi: info@lasciatecirespirare.itcomitatodifesacolli@yahoo.it legambiente.este@gmail.com

“CARA REGIONE, NON UCCIDERE IL PARCO DEI COLLI EUGANEI (ma fallo funzionare meglio)”

Se ha senso un “parco” per un’area come quella dei Colli Euganei non può che essere per tutelare un ambito che ha il suo più autentico punto di forza nell’intreccio tra singolarità geologico-naturalistiche e diffuse testimonianze di vita e di cultura di una storia millenaria. Caratteristica, altro aspetto fondamentale, che coinvolge in modo inscindibile i rilievi e le aree pedecollinari.

Una ricchezza di motivi d’interesse che favorisce d’altro canto prestigiose e redditizie opportunità anche sul piano della valorizzazione turistico-economica.

Il riconoscimento di questa peculiarità dell’ambiente euganeo sta alla base della legge 38 dell’89, istitutiva del Parco dei Colli, il primo Parco della Regione Veneto. Una conquista che ha coronato la straordinaria mobilitazione, anche a livello nazionale, che ha fermato nel ‘71 la vera e propria demolizione fisica, allora in atto, di queste colline.

Il Piano Ambientale, previsto dalla legge 38, ha tradotto questa visione unitaria in coerenti norme di tutela ma anche in precise, concrete proposte progettuali di valorizzazione.

Purtroppo queste opportunità non sono state colte se non in minima parte.

Ora, invece che porre al centro della sua azione l’obiettivo di ridare slancio a questa “missione” del Parco dei Colli, dalla Giunta regionale sta venendo un esiziale attacco proprio alla sua più qualificante ragion d’essere.

Le finalità del Parco delineate con il progetto di legge 143 del 6.5.’16 (peraltro poco credibile anche come legge quadro per la “disciplina e valorizzazione della rete ecologica regionale”) vengono circoscritte alla sola valenza naturalistica sulla base del presupposto, presentato come elemento centrale della legge nella relazione illustrativa che la accompagna, che natura-paesaggio-ambiente-territorio sono aspetti che devono essere considerati e gestiti separatamente tra di loro. Una visione concettualmente perversa, fonte sicuramente in pratica di irrazionali complicazioni burocratiche, ma anche, come detto, in profondo contrasto con la storia del nostro territorio e della nostra comunità.

E’ vero peraltro, come sopra accennato, che la gestione dell’Ente è risultata finora, pur con fasi diverse, largamente insoddisfacente. Ma allora la vera sfida non può che essere quella di puntare a migliorare questa gestione e non certo quella di mettere in discussione le finalità più qualificanti del Parco.

E in quanto alla gestione, valutando realisticamente la più recente esperienza, non si potrà non riconoscere che il punto più critico si è rivelato essere il ruolo eccessivo affidato ai sindaci, dimostratisi inadeguati rispetto ad esso per tanti aspetti.

Una credibile alternativa potrebbe essere quella di affidare ai sindaci il ruolo, peraltro fondamentale, di stimolo e controllo delineato con l’organo previsto dalla proposta di legge e chiamato “Comunità” del Parco, ma prevedendo  contemporaneamente quantomeno:

  • di allargare la partecipazione a questa Comunità ad altre realtà del territorio (associazioni ambientaliste, culturali, produttive …);
  • di affidare Consiglio Direttivo e carica di Presidente a figure con requisiti credibili di sensibilità ed esperienza;
  • di introdurre precisi obblighi di diffusione di periodici rapporti informativi sulla vita e le attività dell’Ente in modo da abbassare quel deleterio e intollerabile muro di disinformazione che si è creato tra Ente stesso e cittadini.

In definitiva un Parco con la ricchezza di valori e di opportunità come questo dei Colli non merita di essere mortificato da obiettivi e finalità così limitati e riduttivi come quelli delineati dalla Regione, ma non può neanche essere gestito affidandosi a  formule basate più che altro su una superficiale mitizzazione del ruolo dei sindaci. Se la comunità dei Colli ha saputo fare nel suo recente passato delle scelte all’avanguardia sul piano civile e culturale, la Regione non si renda ora responsabile del loro ingiustificato annullamento. Piuttosto le esalti e le valorizzi come meritano.

Padova, 15 giugno 2016

PUOI ADERIRE ALL’APPELLO COLLEGANDOTI A QUESTO LINK

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