Il progetto mira a promuovere un turismo di tipo sostenibile tendente al recupero ed alla valorizzazione del Montello, che è senza dubbio una delle aree naturali più importanti del Veneto, e che sta andando incontro ad un processo di spopolamento ed abbandono del territorio.
Inizialmente si punterebbe al recupero e conseguente valorizzazione di edifici disabitati, che attraverso adeguati finanziamenti potrebbero essere presi in gestione da cooperative o associazioni del luogo per essere proposti come soluzione ricettiva alternativa chiamata albergo diffuso. Questa formula sarebbe ad esempio particolarmente adatta al territorio di Crocetta del Montello (6000 abitanti circa) che vede nel suo territorio una zona di particolar pregio quale le Grave di Ciano.
Attraverso la fruizione turistica del territorio si creerebbe un circolo virtuoso in primo luogo di tipo lavorativo, perché andrebbe ad incrementare la nascita di nuovi posti di lavoro sia all’interno del circuito turistico che del suo indotto, inoltre anche di risorse ambientali e culturali in quanto verrebbero proposti itinerari diversificati poiché la zona offre suggestivi percorsi, da fare sia a piedi che in bici, intorno al cosiddetto anello del Montello dove si trovano importanti testimonianze storiche relative alla prima guerra Mondiale. Inoltre essendo una zona ricca di bellezze naturali si apre la possibilità di valorizzarne gli itinerari ed i percorsi naturalistici.
L’attenzione all’ambiente sarebbe un trait d’union con le varie realtà ed associazioni locali nell’ottica di una costruzione di una rete tra fornitori di servizi essenziali per lo sviluppo di un pacchetto turistico volto anche alla vocazione del territorio rappresentata dall’enogastronomia (Patata del Montello, rosso del Montello DOCG, il miele, prodotti caseari ed altro).
Nel contesto di questa valorizzazione del territorio si inserisce il recupero di vecchi mestieri, attività artigianali e contadine locali. A tal proposito Crocetta del Montello ha avuto in passato un attivissima industria, la filanda, dove veniva lavorata la canapa, della famiglia Antonioni. La canapa da tessuto tradizionale potrebbe diventare il filato del futuro quindi una cooperativa potrebbe operare sia a livello agricolo che a livello industriale con macchinari e produzioni di tessuti in canapa locale, con l’intento di creare la filiera della “Canapa del Montello” che sarebbe un volano per la valorizzazione delle risorse e del territorio.
Un Osservatorio di turismo sostenibile si si potrebbe occupare inoltre della promozione e del coordinamento tra aziende agricole, enogastronomiche, associazioni culturali e ambientali, per la realizzazione di pacchetti turistici.