“Prendiamo le distanze dalla politica di Polonia e Ungheria. Non ci spaventa la difesa dei diritti e della libertà dei nostri cittadini”.
Questa la richiesta della consigliera Cristina Guarda, sostenuta dei colleghi di VcV, Pd, M5S e dal consigliere Lorenzoni.
Una richiesta caduta nel vuoto, in un vortice di lamentele sui ritardi nell’approvazione del Bilancio Europeo 2021-2027 e quindi del Recovery Fund, accompagnata dalla incapacità di ammettere che questi ritardi sono dovuti all’opposizione di Polonia e Ungheria alla clausola che lega l’erogazione dei fondi al rispetto delle regole fondamentali della democrazia.
E dato che i due Paesi, già troppe volte nell’occhio del ciclone a livello internazionale per una serie di violazioni di libertà di stampa, indipendenza giudiziaria e diritti civili, si stanno opponendo attraverso l’utilizzo del diritto di veto, il rischio dietro l’angolo è quello di paralizzare o rallentare l’erogazione delle risorse destinate a tutti Paesi dell’Unione, come denuncia il Gruppo consiliare di Europa Verde.
Conclude Cristina Guarda: “Anche le prospettive dei Veneti dipenderanno dalle sorti del Recovery Fund. Milioni di cittadini attendono aiuti urgenti. Per questo motivo ho presentato un ordine del giorno chiedendo un impegno esplicito nel ribadire tutte le forze politiche si impegnano a sollecitare i due Paesi per sbloccare la situazione di stallo. la maggioranza ha invece ceduto all’alleanza con forze politiche che ritengono la difesa dei diritti e delle libertà dell’uomo una questione non prioritaria con un voto in aula che, sostanzialmente, fa arretrare la nostra Regione sul tema dei diritti civili e perdere un’ottima occasione per dare una accelerata alla distribuzione di quei fondi che i Veneti attendono con impazienza.”