”La Regione Veneto – ha commentato la consigliera regionale di Europa Verde Cristina Guarda – ancora una volta rifiuta qualsiasi proposta che non sia in linea cogli interessi della lobby dei cacciatori. I cittadini sono stanchi di questo atteggiamento”.
La Legge regionale “Norme per la protezione della fauna selvatica e per il prelievo venatorio” del 1993 prevede l’assegnazione di contributi ai proprietari di rustici inclusi nel piano faunistico venatorio regionale e coinvolti nelle attività di caccia. La stessa legge attribuisce alla Giunta regionale, e non più alla Provincia per delega, l’erogazione di questi ristori ai proprietari terreni; aggiunge inoltre la facoltà prevista del proprietario o del conduttore di sottrarre il suo terreno all’esercizio dell’attività venatoria, inoltrando, entro trenta giorni dalla pubblicazione del piano faunistico-venatorio, la richiesta scritta alla Giunta regionale.
Come Europa Verde ha esortato la Giunta regionale affinché garantisca, sin d’ora, le congrue risorse finanziarie da destinare ai futuri richiedenti o a coloro che ad oggi non le hanno ancora ricevute, e al contempo di provvedere alla semplificazione delle procedure per la richiesta di sottrazione della proprietà alle attività di caccia.
Ribadisce Cristina Guarda: “In attesa della presentazione da parte della maggioranza in Consiglio regionale del famigerato Piano faunistico-venatorio, in ritardo di 13 anni, la Regione deve iniziare a garantire i fondi da destinare ai ristori dei cittadini in possesso di proprietà che subiscono la presenza di cacciatori o di attività venatoria. Inoltre dobbiamo semplificare le procedure per consentire ai proprietari di sottrarre i loro terreni alla caccia, così come previsto dalla legge regionale. Per questo motivo ho presentato un ordine del giorno in Consiglio regionale tenutosi ieri. Ma la maggioranza ha confermato ancora una volta da che parte sta, rifiutando qualsiasi proposta in materia. In questi anni, a partire dall’eterno posticipo del piano faunistico-venatorio, la Regione si è dimostrata più attenta agli interessi dei cacciatori che non a quelli dei comuni cittadini. Talvolta con evidenti conseguenze“.