Tre riflessioni per colorare di verde l’anno che verrà
di Fabio Cappelletto *
1. Europa verde significa nuovo approccio culturale alla politica.
Un nuovo approccio culturale alla politica, che parte dai cittadini: come Europa Verde sentiamo la necessità di coinvolgerli attivamente nei nostri progetti perché la politica deve tornare in mezzo a loro.
Senza personalismi, ma lavorando in dialogo su obiettivi e proposte concrete. Io stesso non mi sarei mai occupato di politica se non avessi trovato con me persone che condividevano questo metodo. Non siamo qui per fare gli interessi di una stretta cerchia delle “solite” persone, ma per arrivare a migliorare la vita di ogni cittadino veneto.
Siamo pronti a condividere questo metodo con le altre forze politiche. Con alcune di esse il dialogo è già iniziato positivamente, come ha dimostrato l’incontro dello scorso 22 dicembre “L’anno che verrà, in Veneto”.
Invito tutti i cittadini a saper riconoscere chi è invece fermo a una vecchia politica capace solo di amministrare una città/regione “alla giornata”, senza riuscire ad anticipare ciò che sarà della nostra terra tra 10 anni, o peggio ancora con visioni descritte sì come futuristiche, ma di un futuro che risale in realtà agli anni ’90.
Con la massima trasparenza, i politici devono avere la capacità di anticipare i tempi e saper dialogare con la cittadinanza. A questo puntiamo noi di Europa Verde e in questo vogliamo distinguerci.»
2. La politica può essere utile ai cittadini solo se mette al centro l’ambiente.
L’inquinamento è concausa di questa pandemia. O meglio, il modo che abbiamo di maltrattare la Terra è la causa principale di questa pandemia. Possiamo vedere il Covid-19 come un tassello del mosaico della crisi ambientale.
Il nostro rapporto con gli animali è perverso: pensiamo solo ai 2,5 milioni di polli abbattuti in Giappone negli allevamenti intensivi per un principio di aviaria o ai 17 milioni di visoni abbattuti in Danimarca per una mutazione del virus.
E poi inquiniamo senza volerne riconoscere le conseguenze, anche se sappiamo che nelle città inquinate il Covid-19 ha proliferato con più facilità. E ancora, pensiamo alla bambina di 9 anni morta a Londra il cui medico legale, per la prima volta nella storia, ha riconosciuto che la causa è stata l’inquinamento. Diciamocelo con schiettezza: in realtà non è stata la prima, e non sarà l’ultima. E qui da noi? Nel vicentino si sforano continuamente le emissioni di particolato, eppure cosa facciamo per impedirlo?
La crisi ambientale è la più grande sfida che ci aspetta, anzi è già qui. Ognuno deve fare la propria parte: politici, cittadini, imprenditori. Perché la lotta per l’ambiente è anzitutto lotta per la sopravvivenza della nostra specie. Mettiamo allora subito l’ambiente al centro delle nostre discussioni. E riconosciamo che oggi la politica solo ponendo al centro l’ambiente potrà salvaguardarci e migliorare le nostre vite.»
3. Ai nostri Comuni chiediamo più coraggio per tutelare la Valle dell’Agno.
Tramite le tasse, noi cittadini paghiamo chi di professione ci distrugge terreni ed habitat con colate di asfalto e cemento. Su questo ho riflettuto di recente con un esperto biologo, che aggiungeva: a compensare chi ci pensa? Associazioni e volontari, che si devono smazzare poiché le amministrazioni non tutelano a dovere territorio e salute. Ma scusate, non è una logica totalmente sbagliata questa? Invertiamo questa tendenza! Le proposte già ci sono, concretissime. Ne cito alcune.
Tuteliamo le zone inquinate e quelle a rischio dissesto. I Comuni di valle si impegnino davvero nella prevenzione da possibili danni, scrivendo congiuntamente progetti capaci di intercettare i fondi europei e in modo da non essere sempre costretti a riparare quando il danno è già avvenuto. Realizziamo poi un moderno piano di gestione per il torrente Agno. E ancora: alziamo la voce per far partire la bonifica della Miteni a spese dei colpevoli.
Diamo sostegno a un’agricoltura locale e sostenibile. Incentiviamo i giovani a tornare ai terreni oggi incolti. Incentiviamo abitudini alimentari in cui ridurre il consumo di carne e di cibi che arrivano da troppo lontano.
Puntiamo sui trasporti sostenibili, bici su tutti, per far tornare a rivivere i centri cittadini. Quante strade fanno oggi paura se immaginiamo di percorrerle in bici o a piedi? Ha senso questo?
Recuperiamo le nostre contrade: possono arrivare ad avere anche un valore turistico (green, sportivo, storico), che è possibile però solo se ragioniamo tutti insieme, tutti i comuni insieme. Magari con l’occhio che guarda lontano, verso un Parco Regionale delle Piccole Dolomiti.
Tuteliamo gli ecosistemi, dunque, coinvolgendo professionisti! Non perdiamo ciò che ancora abbiamo di bello e sano, e che ci può dare molte opportunità lavorative. Non c’è tempo da perdere.
Vi anticipo già la nostra prima azione del 2021 come Europa Verde Valle Agno: prepareremo una lettera che verrà inviata a tutti i sindaci della valle, in cui chiederemo proprio di impegnarsi in questa direzione. Attenderemo una risposta forte da parte loro e da lì capiremo chi con i fatti davvero tiene alla nostra vallata.
* Portavoce Europa Verde Valle Agno