Articolo di Manuel Consolaro.
È di pochi giorni fa la notizia dell’evento catastrofico avvenuto nello stato indiano dell’Uttarakhand, dove, a causa del surriscaldamento globale, una parte di un ghiacciaio si è staccata precipitando a valle e andando a schiantarsi contro una diga causando lo straripamento del fiume Alaknanda, il quale a sua volta ha spazzato via due centrali idroelettriche, infrastrutture, abitazioni e un numero di vite non ancora definito (le ricerche dei superstiti sono ancora in corso). (v. http://bit.ly/3rG6FRl)
È altresì ormai data per scontata, sempre a causa del surriscaldamento globale, la scomparsa del Ghiacciaio della Marmolada (impietoso il confronto fotografico del ghiacciaio di solo 30 anni fa con quello che oggi è possibile vedere), per il quale gli esperti hanno già fissato una “data di scadenza”.
Lo stress a cui sottoponiamo il nostro pianeta lo rende sempre più fragile.
Ne è una prova, qualora ancora si stentasse a crederlo, il report di ARPAV “Valutazione del rischi d’erosione per la Regione Veneto”, che individua nel comprensorio dell’Alto Vicentino che fa riferimento alle Piccole Dolomiti una delle aree in cui il rischio attuale di erosione annuale è tra i più alti e diffusi dell’intera Regione (si veda l’immagine sopra).
Un’infografica contenuta nel report evidenzia chiaramente come siano proprio i mesi invernali, quelli durante i quali la montagna è sottoposta a cicli di gelo e disgelo repentini, la causa principale del fenomeno dell’erosione del suolo. Con il passare degli anni tale fenomeno tenderà ad estendere il suo raggio d’azione a quote sempre maggiori fino a quando dei ghiacciai non resterà più traccia.
Allora sarà troppo tardi per preoccuparsi di invertire il fenomeno del surriscaldamento globale; interveniamo da subito!
Qui il link al report completo di ARPAV: https://bit.ly/2N9QFb8