La Consigliera regionale Cristina Guarda (Europa Verde) commenta così la legge regionale sulla tradizione enogastronomica approvata a Palazzo Ferro-Fini: “I partiti di maggioranza hanno rifiutato la mia proposta di inserimento di un capitolo sulle ricette vegetariane e vegane nell’albo delle ricette della tradizione veneta, nonostante la storia della nostra cucina veneta fosse caratterizzata soprattutto da alimenti come: riso, polenta e verdure. La carne ha assunto a lungo un ruolo marginale.
Le mie proposte avrebbero consentito di non escludere le ricette, e quindi i ristoratori, che propongono pietanze prive di carne o derivati. Inoltre il centro-destra ha chiuso sulla possibilità di coinvolgere il proponente, ossia il Consiglio regionale, nella stesura delle linee guida, per verificare che non escludano ristoratori e prodotti locali.
Il Veneto quindi volta le spalle a tutti quei cittadini e turisti che eticamente decidono di non consumare prodotti non siano del luogo o di origine animale.
Credo fortemente nella salvaguardia e nella tutela del settore enogastronomico tradizionale: ho potuto verificare con mano il valore aggiunto grazie alle confraternite enogastronomiche e alle filiere. Per questo non c’era alcun atteggiamento pregiudiziale nei confronti di questo progetto di legge, ma obiettivamente dall’aula è uscito un provvedimento che non rende la nostra Regione a passo coi tempi.
Temo che questa legge regionale si imbatterà in non poche difficoltà applicative, col rischio concreto di finire nel dimenticatoio. Non possiamo trasformare il patrimonio enogastronomico veneto in slogan elettorali, la ristorazione veneta e il turismo chiedono un aiuto nel rimanere al passo coi tempi e, nel rispetto della tradizione, aprire a nuove opportunità economiche e sociali, senza venire esclusi dalla politica.”