“E’ una grande opportunità per la nostra Regione. Anzi, è l’unica possibilità per realizzare un grande impianto eolico off-shore da 800 MW – commenta il co portavoce regionale di Europa Verde, Enrico Bruttomesso -. In Veneto, come ci assicurano le mappe dei venti, non ci sono potenziali zone marittime che ci permettano di sfruttare l’energia del vento in mare, quindi non ci saranno progetti impattanti di fronte alle spiagge turistiche o addirittura dentro la laguna. L’attuale sviluppo tecnologico inoltre, non lascia spazio per progettare una crescita dell’eolico nella nostra regione come una fonte rinnovabile alternativa e strategica. Le uniche condizioni favorevoli allo sviluppo di questo settore, lo troviamo al largo delle coste del Delta. Qui, hanno stabilito i tecnici, si trovano le uniche condizioni favorevoli ad un impianto di questo tipo, in grado di generare ben 800 MW.”
“Una grande opportunità anche in relazione al nuovo PER, il Piano Energetico Regionale, che è in via di pianificazione in Consiglio e in Giunta regionale per raggiungere gli obiettivi preposti sulla decarbonizzazione e sull’autosufficienza energetica – continua l’ambientalista -. Siamo consapevoli che l’eolico non può essere considerato un asset strategico per il Veneto, considerato che ad oggi ci sono solo 15 impianti on shore che forniscono complessivamente solo 13,4 MW. Per questo riteniamo fondamentale questo progetto off shore avanzato dell’azienda Agnes, ci avvicinerebbe di un ulteriore passo agli obiettivi del Green Deal”.
Non vanno sottovalutate in ogni caso le preoccupazioni espresse dal sindaco di Porto Tolle e dalle associazioni dei pescatori. “Sarà importante il confronto – sostiene il co-portavoce regionale di Europa Verde – sulla base della risoluzione europea pubblicata nel 2021 sull’interazione tra le attività di pesca e degli impianti per la produzione di energia offshore che regola la questione. Mi auguro comunque che la discussione o barricate non investa la possibilità di convertire il nostro sistema energetico verso le fonti rinnovabili.”
L’esponente verde avverte che “L’eolico offshore nel Delta è la strada per la transizione energetica della nostra regione, mentre vecchie politiche come quelle di nuove estrazioni di metano e trivellazioni riaccendono solo rischi ambientali, subsidenza in primis. Da non sottovalutare che il Delta rientra in una zona favorevole del vecchio piano nucleare, considerato che non manca sia l’acqua di mare che quella del Po, condizione necessaria, per il raffreddamento, che l’attuale Governo ha rispolverato e riproposto in campagna elettorale. Non vorrei insomma che le barricate contro i progetti di grandi rinnovabili che contribuirebbero alla transizione energetica, come l’eolico off shore, diventassero un pretesto per accelerare lo spostamento di fondi verso una anacronistica centrale nucleare”.