Lo scorso 3 novembre, un cacciatore ha sparato alcuni colpi di fucile verso una struttura di Montemezzo di Sovizzo (VI) specializzata in pet therapy, ovvero terapie assistite con animali. I colpi hanno terrorizzato i diciotto ospiti della struttura che hanno dovuto riparare immediatamente nell’edificio e ferito una incolpevole asinella, per fortuna in maniera non grave, che si trovava dentro il recinto. “Un episodio esecrabile”, ha commentato la consigliere regionale di Europa Verde Cristina Guarda. “Incoraggio il sindaco di Sovizzo ad approvare una ordinanza urgente per garantire l’incolumità degli ospiti della struttura. Alla Regione Veneto chiedo di attuare il prima possibile quanto previsto dal nuovo piano faunistico-venatorio: l’approvazione di un codice etico per i cacciatori, necessario per intervenire su coloro che, pur avendo la licenza, continuano ad attuare condotte improprie. Proprio come l’autore della sparatoria di Montemezzo che non è stato ancora individuato”.
“Mi chiedo se sono proprio questi soggetti che le forze politiche di centro destra, senza grandi opposizioni se non quelle di Europa Verde, intendono autorizzare a cacciare tutta la fauna selvatica anche in zone urbane abitate?!”
Sono tante altre le situazioni di pressione e paura che subiscono i cittadini che abitano in aree di interesse venatorio, spiega la consigliera ambientalista. E lo confermano le numerosissime richieste di esclusione dei terreni dall’attività venatoria, molte delle quali sono state rifiutate dalla Regione che non ha voluto riconoscere né il rischio sociale né quello economico a cui i proprietari sono esposti.
“Episodi come quello di Montemezzo sono purtroppo frequenti. E’ evidente che non bastano le norme attuali e neppure qualche corso organizzato dalle associazioni venatorie, per far sentire i cittadini più sicuri nei propri terreni o nelle proprie case. Serve una ulteriore pressione e responsabilizzazione sui cacciatori: per questo ho presentato una interrogazione per verificare a che punto è la predisposizione del codice etico. Eventi come questi ci testimoniano come non sia possibile perdere ulteriormente tempo”.