In Ucraina si è scatenato un conflitto duraturo quanto logorante, capace di coinvolgere politicamente, ma anche economicamente e militarmente tanti Paesi. Un coinvolgimento determinato da una partecipazione indiretta alla guerra mediante la fornitura di equipaggiamenti o mezzi militari. Da mesi il nostro Paese, assieme ad altri, sta fornendo armamenti all’Ucraina. La dimensione di questi rifornimenti sta assumendo dimensioni molto preoccupanti. È quindi nostro dovere interrogarci su quale sia il confine tra il garantire la legittima difesa di un popolo e il rischio di limitarci ad alimentare un conflitto armato, la cui fine purtroppo non appare all’orizzonte.
Lo afferma in Aula a Palazzo Madama la senatrice dell’Alleanza Verdi e Sinistra Aurora Floridia.
La sensazione sempre più diffusa è che questo conflitto non verta più esclusivamente sul diritto di un singolo Paese a difendere il suo popolo, ma che in modo sempre più evidente si stanno sommando interessi politici ed economici, che varcano i confini dei due Paesi belligeranti, prosegue Floridia.
L’azione del governo Meloni, sulla scia di quello precedente, si sta limitando inesorabilmente solo alle forniture militari. Non c’è traccia di alcuna reale azione diplomatica, di un cessate il fuoco, di un impegno concreto nel trovare una soluzione diversa dalla logica vincitori-vinti. Aumentare la quantità di armi in un paese in guerra non porta la pace ma, al contrario, non fa che estendere il conflitto e costa migliaia di vite. Questa guerra è una sciagura a 360 gradi. Questa guerra incrementa i timori di una recessione, sottrae fondi alla riconversione ecologica e al riammodernamento dell’Italia. Questa guerra allontana la speranza di una civiltà che non vuole più risolvere le questioni con le armi, conclude Floridia.
Lo rende noto l’ufficio stampa gruppo Misto – Alleanza Verdi e Sinistra del Senato
Roma, 10 gennaio 2023