Armi legali, Cristina Guarda (EV): “Maggioranza vittima della lobby delle armi”.

“Ammettono la pericolosità dell’uso di armi, ma non accettano controlli incrociati tesi a prevenire ulteriori fatti gravi.”

Così interviene la Consigliera regionale Cristina Guarda (EV) in seguito alla bocciatura, da parte del Consiglio regionale, della sua risoluzione sulla circolazione delle armi da fuoco legali: “Oggi in Consiglio regionale abbiamo assistito alle barricate di Lega e FdI contro la normale richiesta di un maggiore monitoraggio con condivisione di dati tra forze dell’ordine e le autorità sanitarie. Temono forse questo causerebbe un calo nella vendita di armi? Sconcertante il fatto che non abbiano rivolto alcun pensiero alle vittime innocenti, anche minorenni, che le cronache hanno registrato negli ultimi anni.

Recenti ricerche circa la correlazione tra omicidi e detenzione legale di armi in Italia dimostrano come, nel decennio 2007-17, in più del 45% degli omicidi commessi vi fossero criticità del detentore che avrebbero potuto far immaginare il pericolo di un omicidio. Purtroppo, l’uso di armi legali emerge anche in molti casi di femminicidio. Il D.L. 204 del 2010 prevedeva l’istituzione di una specifica banca dati, entro 180 giorni dall’entrata in vigore, atta a monitorare costantemente i dati sul numero di licenze concesse e sugli accertamenti dei requisiti psico-fisici per l’idoneità all’acquisizione. Questa banca dati è rimasta su carta, mentre negli anni non è venuta meno l’esigenza di un maggiore controllo sulla diffusione delle armi legali e di maggiori azioni di prevenzione. Con la nostra risoluzione chiedevamo al Consiglio regionale di sostenere ogni iniziativa istituzionale al fine di innalzare i livelli di prevenzione e sicurezza, ma una normale richiesta di buon senso ha reso il centro-destra belligerante. È evidente come a questa maggioranza importi molto più garantire gli interessi della lobby delle armi, viste anche le iniziative private da parte di alcuni consiglieri che tanta attenzione e sgomento hanno suscitato a livello nazionale, più che l’incolumità dei cittadini. Troppe armi in circolazione non sono garanzia di maggiore sicurezza, ma di maggiori rischi, senza le necessarie verifiche che sono garanzia sia per chi le detiene sia per tutti gli altri cittadini.”

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