La Consigliera regionale Cristina Guarda (Europa Verde) commenta così le dichiarazioni del consulente tecnico Pietro Comba durante l’udienza al Processo ex-Miteni: “Quello studio ci avrebbe consentito di indagare anche in termini di disastro ambientale. Serve fare chiarezza su chi ricadano le responsabilità di un mancato nulla osta.
In questi mesi i colpi di scena durante il processo in corso contro la ex-Miteni, ma quanto emerso giovedì dalla testimonianza del consulente tecnico Pietro Comba getta ombre su un aspetto molto delicato della storia della più grande contaminazione da Pfas del nostro Paese. Infatti, dagli informazione si apprende che il consulente avrebbe dichiarato che uno studio epidemiologico sugli effetti della contaminazione da sostanze perfluoroalchiliche sull’organismo, era previsto ma non ebbe inizio a causa della mancata firma da parte Amministrazione regionale.
Per fare luce su quanto accaduto, ho presentato una interrogazione in Consiglio regionale per chiedere alla Giunta regionale le motivazioni che hanno condotto la Regione del Veneto alla mancata adozione degli atti necessari all’avvio dell’indagine epidemiologica sui Pfas. Quella indagine avrebbe consentito di procedere con maggior rilievo nel contrasto alla contaminazione di queste sostanze, e avrebbe consentito di perseguire un percorso giudiziario ancora più incisivo.”