“Ricondurre il cannabidiolo tra le sostanze stupefacenti è frutto di un atteggiamento oscurantista che si pone contro le acquisizioni della scienza e del diritto comunitario. Il decreto del Ministro della salute, oggi sospeso dal Tar Lazio, è un pasticcio condito di becero proibizionismo”. Lo dichiara la Consigliera regionale Cristina Guarda, la quale aggiunge: “In attesa della udienza del 24 ottobre, durante la quale verrà dibattuta la questione, bene ha fatto il TAR a sospendere il provvedimento. Il Governo torni sui suoi passi ascoltando chi commercializza nella piena legalità prodotti a base di cannabidiolo, che, come ha già rilevato l’Organizzazione mondiale della sanità, non deve e non può essere considerato uno stupefacente.”