Roma, 23 lug. “Il decreto legge sulle liste d’attesa non risolve nessuna delle criticità che ne sono la causa e che hanno determinato l’abbandono delle cure da parte di milioni di persone. Anzi, aumenta la burocrazia, prevedendo almeno 7 decreti attuativi, ma non aumenta le risorse e non prevede un piano straordinario di assunzioni, sottoponendo ogni previsione al vincolo delle risorse disponibili: dunque, chi vivrà, vedrà. Insomma, è un provvedimento che non funziona rispetto a quelle 10 milioni di prestazioni sanitarie inevase e alla rinuncia alle cure da parte di 4 milioni di persone. Questo decreto contiene l’enorme paradosso del Governo dell’Autonomia differenziata: viola l’articolo 117 della Costituzione, perché le disposizioni riguardanti la materia concorrente richiedono la piena intesa e non un mero parere da parte della Conferenza per i rapporti permanenti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e Bolzano. Inoltre, non si preoccupa della copertura integrale dei livelli essenziali di assistenza (LEA) per superare il gap territoriale della sanità italiana, in contrasto con gli articoli 3 e 32 della Carta. L’unica cosa che sicuramente promuove sono i privati: l’articolo 3 prevede la costituzione di un Centro Unico di Prenotazione (CUP) che includerebbe le strutture sanitarie private alle quali, per l’accreditamento, non viene richiesto il possesso di prestazioni e servizi sanitari con gli stessi requisiti organizzativi e di organico della sanità pubblica, e neanche l’obbligo di essere in regola con i rinnovi contrattuali in modo parallelo a quelli previsti dalla sanità pubblica e alle scadenze contrattualmente fissate. Un regalo alle lobby della salute che noi non possiamo accettare”.
Così la capogruppo di AVS alla Camera Luana Zanella intervenendo nel dibattito generale sul Dl Liste d’attesa.