Roma, 5 set. “Lo scorso 17 luglio il consiglio comunale di Venezia ha approvato, a maggioranza, la variante al Piano di recupero dell’ex ospedale Umberto I di Mestre, nel cui ambito l’amministrazione acquisirà al patrimonio comunale gli storici padiglioni (risalenti agli anni tra il 1906 e il 1935) “De Zottis”, “Cecchini” ed ex “Direzione Sanitaria”.
Tuttavia l’amministrazione, nel quadro di un accordo con la società privata che interverrà nell’area con investimenti finalizzati alla sua valorizzazione immobiliare e commerciale, ha intenzione di demolire lo storico padiglione “De Zottis” per realizzare un parcheggio a raso, sulle rive del fiume Marzenego;
il padiglione, inaugurato nel 1935, è una delle purtroppo non molte testimonianze della città di Mestre storica, stravolta o cancellata, a partire dal secondo dopoguerra, da anni di speculazione edilizia e di insensate politiche urbanistiche. La città reclama da tempo il recupero di ogni segno e di ogni edificio che ne restituiscano la profondità dell’esperienza storica; l’edificio in questione, per quanto da tempo colpevolmente lasciato in abbandono, è del tutto recuperabile a usi civici, come da anni la città richiede, collocato com’è nel cuore di Mestre, anzi nella sua parte originaria più antica; il padiglione De Zottis, come gli altri edifici per fortuna non destinati alla demolizione, è importante dal punto di vista storico (come stabilisce l’art.10 del Decreto Legislativo 22 gennaio 2004, n. 42) ma anche dalla stessa pianificazione comunale (dichiarato come “Invariante” dal vigente Piano di Assetto del Territorio). Chiediamo che intervenga il ministero della Cultura presso la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio di Venezia affinché provveda a tutelare il prezioso bene storico, evitandone la demolizione, agendo tempestivamente, prima dunque che il Comune di Venezia proceda nella sua sconsiderata e distruttiva decisione”. È quanto affermano Gianfranco Bettin, Consigliere comunale della lista Verde e Progressista a Venezia, e Luana Zanella Capogruppo di AVS alla Camera, prima firmataria della interrogazione al ministro della cultura.