Trivelle d’Italia

Un comunicato del Coordinamento nazionale No Triv ha messo in evidenza il contenuto e le implicazioni del nuovo Decreto Legge 17 ottobre 2024 n° 153, soprannominato “DL Energia”, che rappresenta un importante passo indietro per quanto riguarda la pianificazione energetica sostenibile in Italia. Tra i principali aspetti criticati vi è la decisione di eliminare il PiTESAI (Piano per la Transizione Energetica Sostenibile delle Aree Idonee), che regolava le aree destinate all’estrazione di idrocarburi. La cancellazione di questo strumento pianificatorio riapre le porte a molte concessioni di ricerca e coltivazione di gas e petrolio, sia in mare che sulla terraferma, precedentemente abrogate dal PiTESAI stesso.

Inoltre, viene sottolineato come il decreto preveda nuove concessioni per l’estrazione di petrolio, nonostante il governo avesse dichiarato di voler limitare le attività estrattive al gas. Le attività di trivellazione potranno proseguire per l’intera “durata di vita utile” dei giacimenti, con la possibilità di autorizzare nuovi pozzi e dunque nuove estrazioni.

Un’altra questione rilevante è la ripresa del concetto di “pubblica utilità” per le opere connesse all’estrazione di idrocarburi, che consentirà a tali attività di bypassare la pianificazione urbanistica e di ledere il diritto di proprietà dei terreni interessati.

L’articolo esprime preoccupazione per le implicazioni ambientali e sociali di queste scelte, sottolineando come queste nuove disposizioni favoriscano chiaramente le compagnie Oil&Gas e mettano in secondo piano la necessità di una transizione energetica giusta e sostenibile. In particolare, viene lanciato un appello a giuristi e forze politiche di opposizione affinché evidenzino e denuncino gli aspetti di illegittimità presenti nel decreto.

Questa situazione mette in luce la contraddizione tra gli impegni del governo per le energie rinnovabili e le decisioni prese nel campo degli idrocarburi, con il rischio di compromettere seriamente gli obiettivi climatici e la sostenibilità ambientale a lungo termine.

Qui sotto il comunicato dei No Triv

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