Venezia, 4 dicembre 2024 – «Di fronte alla sentenza della Corte Costituzionale, il “buon padre di famiglia” si fermerebbe a riflettere, ammettendo di aver sbagliato qualcosa. Un politico con una certa tendenza a prendersi i meriti e ad addossare agli altri le responsabilità, invece, ci spinge sempre di più nelle fitte nebbie della post-verità. Come si fa a dire “avanti tutta”, quando del ddl Calderoli rimane poco e delle promesse fatte ai veneti sostanzialmente nulla? Il presidente della Regione nega platealmente la realtà». Così Cristina Guarda, eurodeputata del Gruppo Verdi/ALE, e Renzo Masolo, consigliere regionale di Europa Verde.
«Le 23 materie di Zaia non esistono più: la Corte Costituzionale ha spazzato via la pretesa messa nero su bianco dalla maggioranza in consiglio regionale nel 2017, dopo il referendum consultivo. Per non parlare dei nove decimi delle tasse da trattenere in Veneto, usciti di scena già nelle prime fasi della trattativa. Insomma, delle promesse di Zaia non è rimasto nulla e, come temevamo, l’autonomia si è ridotta ad uno slogan da ripetere a macchinetta», sottolineano i due Verdi. «Un vero peccato, perché di un avvicinamento dei poteri ai cittadini e alle comunità locali ci sarebbe davvero bisogno. Lasciando perdere le pretese secessionistiche ed evitando il rischio di un neo-centralismo regionale», concludono Guarda e Masolo.