ROMA, 14 DIC. “Occorrono più restrizioni per il rilascio del porto d’armi. Abbiamo presentato una interpellanza al ministro Piantedosi che spero non sottovaluti l’urgenza di limitare il numero di armi e munizioni detenibili. In Italia ben 4.659.082 persone posseggono almeno un’arma denunciata, a prescindere dal fatto che abbiano un porto d’armi in corso di validità: la cifra, che si riferisce al 2023, proviene dal Ced del Viminale, il sistema di elaborazione dati interforze nel quale dall’inizio degli anni ottanta vengono inserite tutti i passaggi di proprietà relativi alle armi legalmente detenute; questo dato è il quadruplo rispetto agli attuali detentori di un porto d’armi: 1.174.233 sempre secondo i dati del ministero dell’Interno 2023, circa il 10% della popolazione italiana adulta. Girano dunque 4,5 milioni di armi e oltre 1 milione di persone possiede il porto d’armi: un far west al quale deve essere posto un freno. Questo dato è il vero campanello d’allarme per la sicurezza pubblica, visto che oggi l’Italia è tra i paesi più sicuri dell’Unione Europea: nel 2020 ci sono stati 271 omicidi (di cui 112 femminicidi), con un tasso dello 0,45 per ogni 100.000 abitanti. Seguono Austria, Grecia, Portogallo e Spagna, con un tasso dello 0,7, Olanda e Polonia con lo 0,8, Germania con l’1, Regno Unito con 1,2, Francia con 1,3, Estonia con 2,2, Ungheria con 2,5, Lettonia con 4,2, Russia con 9,2. Nel mondo, per grado di sicurezza, l’Italia è seconda solo al Giappone, che ha un tasso dello 0,3: dunque a che servono tutte quelle armi? Noi crediamo che sia necessario l’obbligo di stipulare una assicurazione di responsabilità civile verso terzi e, per chi chiede una licenza di ‘porto d’armi per difesa personale’ l’obbligo del rinnovo annuale; per l’uso sportivo il rinnovo della licenza deve essere abbassato a tre anni (oggi sei), infine le licenze venatorie non possono consentire l’acquisto di armi corte e eventuali problemi psico-fisici della persona che detiene un porto d’armi devono essere comunicati alla Polizia di Stato”.
Lo afferma Luana Zanella capogruppo di AVS alla Camera, prima firmataria dell’interpellanza al ministro Piantedosi.