Dopo il caso dell’ospedale Camposanpietro di Padova
Roma, 14 GEN. “Chiediamo di garantire l’istituzione di un consultorio ogni 20.000 abitanti, come prevede la legge, nonché una presenza adeguata di personale formato e di medici non obiettori, allo scopo di garantire l’effettiva praticabilità dell’Ivg in tutte le strutture ospedaliere. La nostra interrogazione nasce, tra l’altro, dal caso dell’ospedale Camposampiero di Padova che ha siglato con il Movimento Pro una convenzione per una attività informativa alle donne che lo richiedano; inoltre il Movimento Pro Vita, che notoriamente propaganda posizioni antiabortiste, avrà anche la possibilità di inserire materiale informativo all’interno delle bacheche interne all’ospedale. Nello specifico della città di Padova, secondo i dati della Regione nella Ulss 6, il 56,52 per cento di ginecologi è obiettore di coscienza e il dato sale al 73,08 per cento nell’Azienda Ospedaliera universitaria di Padova, mentre per i consultori la situazione appare critica, con il numero di sedi passato da 65 nel 2017 a 44 nel 2023. Appare ovvio che la scelta di inserire una fonte unilaterale informativa, di fronte alla carenza di personale del consultorio pubblico, rischia di creare un contesto che più che accompagnare le donne nelle scelte e nei percorsi di vita, tende ad escludere la piena attuazione della legge n. 194 del 1978, attivando una propaganda anti aborto all’interno degli ospedali e minando i principi della legge n. 194/78”.
E’ quanto rende noto Luana Zanella, capogruppo di AVS alla Camera, prima firmataria della interrogazione a risposta immediata alla quale risponderà domani il ministro della Salute in commissione Affari sociali.