“Se al diritto di manifestare deve corrispondere la possibilità di commettere soprusi da parte di chi, per dovere e missione istituzionale, dovrebbe difendere i cittadini, allora una riflessione generale va fatta sullo stato di salute della nostra democrazia. Fatto salvo quanto emergerà dalla eventuale, e necessaria, ispezione del Ministero dell’Interno, che va dunque disposta senza ritardo, per chiarire quanto accaduto, i fatti, come denunciati dagli attivisti e, soprattutto, dalle attiviste, ossia di essere state costrette a spogliarsi e a praticare squat, anche, a quanto riferito, alla presenza di agenti, è inammissibile in uno stato di diritto e come modo di ispezionare è lesivo della dignità e del pudore di chi vi è stato sottoposto. Extinction Rebellion è attiva anche in Veneto, dove giovani e meno giovani si riconoscono nel loro forte impegno rivolto alla salvaguardia del pianeta. La verità su quanto accaduto non è un mero atto di giustizia, va ricostruito se vi è stata o meno una volontà veicolata attraverso una specifica catena di comando o se invece si è trattata di una iniziativa estemporanea ed errata disposta dagli agenti: la gravità del fatto in sé non muterebbe, ma, nel contesto di uno scenario politico che promette lo scudo penale alle forze di polizia, vanno compresi i dettagli di un quadro ampio, a tutela dell’agire democratico e al diritto di tutti di manifestare liberamente senza dover temere di dover affrontare degli apparati di polizia che, in questo frangente storico e per alcuni di loro, sembrano giocare tutto sull’escalation del conflitto. Lo dichiarano i Consiglieri regionali Renzo Masolo e Andrea Zanoni (Europa Verde).