Tribunali Veneti. Zanoni e Masolo (EV): “INFERMIERI NEI TRIBUNALI VENETI DOVE MANCANO GIUDICI E PERSONALE. MA PER NORDIO I NODI DEL SISTEMA GIUSTIZIA SI RISOLVONO INDEBOLENDOLO“

La scorsa settiman, nell’ambito del ciclo di audizioni avviato dalla Quarta commissione del Consiglio regionale, alla quale abbiamo entrambi preso parte, l’Avv. Marco Lombardo, referente di LIBERA Veneto, ha messo a conoscenza i consiglieri di un tema di eccezionale gravità: nei Tribunali di Venezia e Treviso mancano giudici e personale amministrativo: una deficitarietà degli organici che determina le ovvie e immaginabili conseguenze, causando dei colli di bottiglia nella trattazione delle pratiche processuali: un impilarsi, l’uno sopra l’altro, di fascicoli in attesa di trattazione il cui effetto non potrà essere altro che quello di raggiungere il tetto della prescrizione dei reati.

Eppure, non è la prima volta che la Quarta Commissione consiliare riceve questo grido di allarme; infatti, due anni fa, il procuratore Bruno Cherchi aveva già evidenziato la grave carenza di giudici nei tribunali di Venezia e Treviso, sottolineando come questa situazione stia compromettendo l’efficienza del sistema giudiziario e la qualità della giustizia.

Per combattere il caporalato, le mafie e le organizzazioni criminali, servirebbe garantire una reale copertura amministrativa alle funzioni che la Magistratura assicura e intende assicurare, tanto che, con una risoluzione dello scorso 17 aprile 2024, il massimo organo di governo della magistratura, il CSM, sottolineava che “l’attività giudiziaria affronta una fase temporale particolarmente critica, poiché, in aggiunta all’ormai abituale azione di riduzione progressiva dell’arretrato, sono venuti a concentrarsi specifici fattori contingenti di impegno, costituiti dall’esigenza del perseguimento degli obiettivi legati al PNRR in coincidenza con l’attuazione delle riforme che interessano tutti i settori della giurisdizione e una carenza degli organici destinata a stabilizzarsi per l’intero 2024 e i primi mesi successivi. Gli effetti di questa situazione sull’amministrazione della giustizia sono aggravati dalle scoperture, ancora superiori, presenti in seno al personale amministrativo”.

Tuttavia, ancora oggi, nonostante gli annunci di un prossimo pieno organico dei magistrati entro il 2026, la realtà, nel Veneto di Nordio, è ben diversa: i processi per caporalato e mafia aumentano, mentre la capacità dei tribunali di affrontarli diminuisce. A Treviso, dove anche in questi giorni è scattata una interdittiva antimafia nei confronti di una azienda edile, la situazione è talmente critica che, per sopperire alla mancanza di personale amministrativo, sono stati assunti addirittura degli infermieri, tanto che il procuratore Marco Martani non esita a definire la situazione del Tribunale di Treviso un’emergenza strutturale. Con un organico ridotto all’osso, il tribunale opera con la metà del personale necessario: su quaranta posti previsti, solo venti sono effettivamente coperti. Per far fronte a questa carenza, si è costretti a prendere in prestito personale da ambiti completamente diversi, come quello sanitario. Tuttavia, questi dipendenti, privi di formazione specifica in ordine al funzionamento della burocrazia procedurale e processuale, si trovano e si troveranno a gestire pratiche le cui regole di funzionamento sono assai complesse.
Il ministro Carlo Nordio sembra dimenticarsi dei problemi reali della giustizia italiana, in particolare dello stato in cui versano i tribunali veneti: promette la riapertura del Tribunale della Pedemontana, nonostante il contrario avviso e le critiche più volte espresse, anche presso il Consiglio regionale, da Presidenti degli Ordini degli Avvocati del Triveneto, Unione Trivenete dei Consigli dell’Ordine,’ Associazione Nazionale Magistrati, Presidente della Corte d’Appello e Procuratore generale di Venezia, i Presidenti dei Tribunali di Padova, Vicenza e Treviso, contestualmente porta avanti una riforma della giustizia che è tale da compromettere l’indipendenza della magistratura, rendendola più vulnerabile a pressioni politiche e dall’altra
Il disegno di Nordio è inquietante: ha abrogato l’abuso d’ufficio, andando palesemente contro gli impegni dell’Italia rispetto agli obblighi internazionali, tanto che alcuni giudici, tra cui il Tribunale di Firenze, hanno sollevato la questione di legittimità costituzionale dell’art. 1, co. 1, lett. b) della l. n. 114/2024 (c.d. legge Nordio), nella parte in cui abroga l’art. 323 c.p., ritenendo rilevante e non manifestamente infondata la questione di costituzionalità per violazione degli artt. 11, 117, co. 1 e 97 Cost., richiamando in tal senso il mancato rispetto dei vincoli derivanti dal diritto internazionale e, in particolare, dalla Convenzione ONU contro la corruzione del 2003 (Convenzione di Merida); ha indebolito lo strumento delle intercettazioni; ha cancellato i controlli preventivi della Corte dei Conti sui progetti finanziati tramite il PNRR e ora vuole minare l’indipendenza dei giudici: se l’obiettivo di Nordio è, come deve essere, quello di contrastare la corruzione e potenziare il contrasto alla criminalità organizzata, non si può dire che il Ministro abbia scelto gli strumenti più efficaci per farlo.
D’altronde, il Ministro è talmente occupato a smantellare il sistema giustizia da non aver tempo per avviare gli adempimenti necessari al mantenimento della custodia cautelare di Najeem Osema Almasri Habish, su cui spicca un mandato d’arresto internazionale per crimini di guerra e contro l’umanità, col risultato che la Corte di Appello di Roma- Sezione IV Penale, come si legge nell’ordinanza, ha dovuto ordinarne la scarcerazione «in assenza di richiesta di applicazione di misura cautelare da parte del Procuratore Generale per mancata trasmissione degli atti della Corte penale internazionale di competenza ministeriale, facendo al contempo notare che il Procuratore Generale, aveva chiesto ai giudici di «dichiarare la irritualità dell’arresto in quanto non preceduto dalle interlocuzioni con il Ministro della Giustizia, titolare dei rapporti con la Corte Penale Internazionale.” A questo punto Nordio dovrebbe dimettersi, ma prima di farlo dovrebbe almeno rispondere alla Corte Penale Internazionale, giustificando una così grave omissione. “. Lo dichiarano i Consiglieri regionali Andrea Zanoni e Renzo Masolo (Europa Verde).

Condividi questo contenuto:

Articoli recenti

  • All Post
  • Comunicati stampa
  • Eventi
  • Guide
  • In evidenza
  • News
  • Veneto
    •   Back
    • Vicenza
    • Verona
    • Treviso
    • Belluno
    • Rovigo
    • Venezia
    • Padova
    •   Back
    • Senato della Repubblica
    • Consiglio Regionale Veneto
    • Europa Verde Veneto
    • Giovani Europeisti Verdi
    • Camera dei Deputati
    • Europarlamento

EUROPA VERDE VENETO.
Siamo la Federazione regionale veneta di Europa Verde, il partito ecologista italiano affiliato agli European Greens.

Federazione dei Verdi del Veneto – Via Varrone 20, 30173 Venezia – P. Iva 90070670279
Privacy policyCookie policyAggiorna le tue preferenze cookie

Licenza Creative CommonsQuesto sito è distribuito con Licenza Creative Commons Attribuzione 4.0 Internazionale.

Rimani aggiornato sul nostro Telegram: