Bruxelles, 28 gennaio 2025 – «In Europa può esistere una maggioranza a favore del divieto universale delle sostanze PFAS, dalla produzione al consumo». Ieri, la Commissione Petizioni del Parlamento Europeo ha discusso la petizione n. 1140/2022, presentata da un cittadino tedesco, che richiede il divieto delle sostanze PFAS nell’Unione Europea. Grazie al sostegno dei Verdi/ALE, del gruppo S&D e dei Patrioti, la petizione è rimasta aperta nonostante l’opposizione del Partito Popolare Europeo.
La petizione, dichiarata ammissibile il 13 marzo 2023, chiede anche l’implementazione urgente del Regolamento (UE) 2021/1297, che limita l’uso di una specifica sottocategoria di PFAS (i cosiddetti “long chain PFCAs”). La Commissione Europea, nella sua risposta del 25 luglio 2023, ha riconosciuto la necessità di agire rapidamente per eliminare i PFAS, a meno che il loro uso non sia considerato essenziale per la società. «Tuttavia, i piccoli passi in avanti non bastano: serve un bando completo e immediato», sottolinea Guarda.
«Ho portato in aula la voce della mia comunità, una delle più colpite dall’inquinamento da PFAS in Europa. In Veneto, nella zona rossa tra Verona, Vicenza e Padova, sono stati registrati oltre 4.000 morti legati ai PFAS. Donne in gravidanza e neonati contaminati soffrono di gravi patologie, con elevati rischi di morte precoce. Questa non è solo una crisi ambientale, ma una tragedia umana che continua a mietere vittime», dichiara l’eurodeputata.
«La proposta di bando attualmente al vaglio dell’Agenzia Europea per le Sostanze Chimiche (ECHA), avanzata da cinque Stati membri, sta subendo un rallentamento inspiegabile: addirittura 4 anni, ben oltre gli standard previsti. Nel frattempo, le lobby chimiche aumentano la spesa per bloccare il bando: il Forever Lobbying Project ha rivelato un aumento del +34% dei budget, con un picco del +100% per la sola azienda DuPont. Una montagna di soldi a difesa di interessi privati, con metodi già visti per il tabacco e i carburanti fossili», afferma Guarda. «Tutto ciò è inaccettabile: occorre un divieto completo e immediato per proteggere le generazioni future e garantire un ambiente sano», conclude l’eurodeputata.
Cristina Guarda (Verdi/ALE), eurodeputata