Bruxelles, 29 gennaio 2025 – «La Commissione per le Petizioni (PETI) del Parlamento Europeo ha approvato la richiesta dei Verdi di uno studio approfondito sull’inquinamento dell’aria nell’Unione Europea». Lo annuncia Cristina Guarda, eurodeputata del gruppo dei Verdi/ALE.
«Lo studio, che sarà realizzato nel corso del 2025, avrà l’obiettivo di fornire dati aggiornati sull’impatto dell’inquinamento atmosferico sulla salute e sull’ambiente, con un’attenzione particolare ai casi degli Stati membri che hanno procedure di infrazione in corso per il mancato rispetto delle normative europee sulla qualità dell’aria. Come l’Italia, condannata dalla Corte di Giustizia europea per aver superato il valore limite delle concentrazioni di particelle inquinanti, in modo continuato, dal 2008. In Veneto, la procedura d’infrazione arrivata in giudicato riguarda il superamento del valore limite giornaliero del PM10 in tutte le zone, tranne Prealpi e Alpi e Fondovalle: un risultato non proprio positivo, nonostante la destra continui a raccontare il contrario», sottolinea Guarda.
La parlamentare dei Verdi esprime soddisfazione «per l’approvazione di uno strumento basato su un approccio scientifico». «L’inquinamento dell’aria è una delle principali cause di malattie cardiovascolari e respiratorie in Europa, eppure molti Stati membri, tra cui l’Italia, non stanno rispettando gli standard europei. Questo studio fornirà dati aggiornati e un’analisi mirata sui casi più critici, come quello della Pianura Padana, per supportare i decisori politici nell’adozione di misure urgenti ed efficaci a livello europeo, nazionale e locale», dichiara Guarda.
«La proposta dello studio si poggia sulla Petizione n. 0465/2021, che chiede di mantenere la qualità dell’aria al di sotto delle soglie di sicurezza per la salute, e su altre petizioni presentate dai cittadini europei che denunciano la mancata applicazione delle normative UE in materia di inquinamento atmosferico. Attualmente, sono 61 le procedure di infrazione in corso contro 24 Stati membri per violazioni sistematiche delle norme ambientali, con alcuni casi che persistono da oltre 16 anni senza una risoluzione definitiva», aggiunge l’eurodeputata.
«L’obiettivo è completare lo studio entro la prima metà del 2025, in modo da presentare i risultati prima o subito dopo la pausa estiva del Parlamento Europeo. I dati raccolti saranno fondamentali per supportare l’attuazione del Piano d’azione per l’inquinamento zero dell’UE, che prevede una riduzione del 55% delle morti premature causate dal particolato fine entro il 2030 rispetto ai livelli del 2005. La lotta all’inquinamento atmosferico non è solo una questione ambientale, ma una battaglia per il diritto dei cittadini a vivere in un ambiente sano», conclude Guarda.
Cristina Guarda (Verdi/ALE), eurodeputata