Bruxelles, 4 febbraio 2025 – «I tecnici della Regione Veneto bocciano la diga del Vanoi, indicata come priorità assoluta dalla Regione Veneto nemmeno due anni fa. A dare la notizia, lo stesso presidente della Regione: un cortocircuito politico-amministrativo inaudito, nel quale Zaia si trova all’opposizione di se stesso». Cristina Guarda, eurodeputata dei Verdi al Parlamento europeo, commenta le recenti dichiarazioni del presidente della Regione Veneto. «Alla fine, avevano ragione i “soliti ambientalisti” che proponevano alternative meno costose, più sicure e più efficienti. Ci sono voluti due anni di manifestazioni nei territori coinvolti e i pareri contrari, tra gli altri, delle provincie di Trento e Belluno, ma alla fine si è confermato ciò che come Verdi abbiamo sostenuto fin dall’inizio», ricorda l’eurodeputata.
«Tuttavia, Zaia dimentica che il progetto della diga era stato inizialmente indicato dalla sua Giunta come prioritario per affrontare la siccità, tanto da meritare l’inserimento tra le opere prioritarie del Piano Regionale di Ripresa e Resilienza. E non dice che avremmo potuto evitare di spendere un milione di euro di fondi nazionali per la progettazione dell’opera. Con quei soldi del Ministero dell’Agricoltura, avremmo potuto creare aree forestali di infiltrazione o effettuare interventi su altri bacini per la loro manutenzione, raggiungendo risultati concreti e sostenibili», dichiara Guarda.
«Una situazione così grave è il risultato di precise scelte politiche, in particolare della passata gestione del consorzio Brenta sostenuta dall’ex assessore all’agricoltura Pan e dalla Lega. Queste scelte ci hanno fatto perdere dieci anni di infiltrazione in falda, mettendo in emergenza l’area del Padovano. Mi chiedo se chi ha preso queste decisioni pagherà mai, sul piano politico, per aver messo in crisi il nostro territorio. Abbiamo perso anni preziosi per affrontare l’emergenza idrica», conclude l’eurodeputata.
Cristina Guarda (Verdi/ALE), eurodeputata