Macello clandestino di anatre selvatiche e sequestri in un’Azienda faunistico venatoria di Campagna Lupia nella laguna di Venezia. Zanoni e Masolo: “Depositata interrogazione su bracconaggio fuori controllo. Dopo il caso di Trump J. la Regione non stia a guardare.”

“I Carabinieri forestali di Mestre Venezia, coordinati con i colleghi di Padova, hanno messo a segno una importante azione contro il bracconaggio, con il sequestro di ben 1.400 uccelli, molti dei quali appartenenti a specie protette, tra cui la rarissima anatra migratrice della specie Moretta tabaccata, protetta addirittura dalla Convenzione di Washington, e ritrovati in un garage privato adibito a macello clandestino nella bassa padovana.
Centinaia di questi uccelli migratori, la maggior parte oche e anatre, erano già pronti per il commercio clandestino per i ristoranti della zona.
Nell’ambito della medesima operazione, in una azienda faunistico venatoria di Campagna Lupia, nel cuore della laguna di Venezia, sono state rinvenute e sequestrate armi e 8.500 munizioni da caccia detenute illegalmente.
Ogni anno in Veneto si ripetono gravi episodi di illegalità nei confronti della fauna selvatica, ciononostante la regione Veneto e i rappresentanti politici delle lobby venatorie tacciono.” – dichiarano Zanoni e Masolo consiglieri regionali di Europa Verde – European Green Party.
“Da sempre gli addetti ai controlli – aggiunge Zanoni – mi riferiscono dell’impossibilità di controlli efficaci nella caccia fatta nelle Aziende Faunistico Venatorie della Laguna di Venezia, situate sul sito di Rete Natura 2000 Laguna di Venezia – tutelato ai sensi delle Direttive dell’Unione Europea, “Uccelli” e Habitat”. Questa gravissima situazione è dovuta all’impossibilità di accesso immediato delle forze dell’ordine e autorità pubbliche a causa delle recinzioni metalliche delle aziende faunistico venatorie. Accade che le guardie devono annunciarsi prima e suonare il campanello del cancello dell’azienda, con attese anche di mezz’ora prima che possano accedere all’area per i dovuti controlli che così diventano inutili ed inefficaci.
Il Piano Nazionale di contrasto al bracconaggio contro gli uccelli migratori, approvato dall’Italia per superare una procedura di infrazione della Commissione Europea per violazione della Direttiva UE Uccelli, – commenta Zanoni – resta disapplicato. In questo piano si evidenzia come nelle zone umide vengano commessi reati come l’abbattimento di specie protette, l’uso di fucili da caccia con più di tre cartucce, l’uso di richiami elettroacustici, il superamento del numero di uccelli che ciascun cacciatore può uccidere, tutte violazioni alla Direttiva Uccelli, la 2009/147/CE. E’ ovvio che con un’attesa di mezz’ora è impossibile accertare fatti che la legge italiana considera reati sanzionati penalmente, chiediamo alla Regione di prevedere nel regolamento della caccia in laguna l’obbligo di consegna delle chiavi dei cancelli delle aziende ai Carabinieri e autorità di controllo””.
“È evidente come un certo atteggiamento irrispettoso verso la legalità e le norme vigenti sia ben radicato. Per questo abbiamo depositato una interrogazione per chiedere quali sanzioni di competenza la Regione intende attivare, se intende effettuare verifiche presso l’azienda faunistica oggetto del sequestro, se intende in prospettiva costituirsi parte civile, cosa intenda fare per contrastare seriamente il bracconaggio, anche in considerazione del recente episodio in cui risulta coinvolto D. Trump Junior.” concludono Zanoni e Masolo.

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