Bruxelles, 14 febbraio 2025 – Cristina Guarda, eurodeputata del gruppo Verdi/ALE, commenta la risoluzione sulla recente escalation di violenza nell’Est della Repubblica Democratica del Congo (RDC), approvata ieri a larga maggioranza dal Parlamento Europeo.
“La risoluzione chiede alla Commissione europea e al Consiglio la sospensione immediata dell’accordo con il Ruanda per la collaborazione sulle forniture di materie prime critiche. La partnership strategica UE-Ruanda era indifendibile fin dall’inizio, ed ora è macchiata del sangue di un nuovo conflitto, legato proprio alla lotta per l’accesso ai minerali nella regione. Il voto di ieri ha espresso un’indicazione chiara: la fame di profitto non può prevalere sui diritti umani.
Il conflitto in atto nell’Est del Congo coinvolge direttamente l’esercito ruandese e gruppi ribelli, come l’M23, supportati dal Ruanda. Per questo, il Gruppo dei Verdi/ALE ha chiesto che tutti i civili siano protetti e, come leva per ristabilire la pace e l’integrità territoriale della RDC, la sospensione dell’assistenza militare dell’UE e della cooperazione commerciale con il Ruanda, in particolare sui materiali critici. Il nostro emendamento che chiedeva all’UE di “imporre un embargo commerciale su tutti i minerali provenienti dal Ruanda”, tuttavia, è stato bocciato in plenaria.
Per fermare la crisi umanitaria in atto, occorre sospendere gli accordi minerari con il Ruanda fino a quando ogni singolo soldato e gruppo ribelle supportato dal Ruanda non lascerà il suolo congolese. Chiediamo inoltre che il Ruanda metta in atto misure per garantire la piena trasparenza nelle catene di approvvigionamento dei minerali esportati, per assicurare che la loro origine sia completamente tracciabile. I consumatori non vogliono che i loro smartphone e laptop siano realizzati con minerali insanguinati.”
Cristina Guarda (Verdi/ALE), eurodeputata