19 febbraio 2025 – “Come Verdi al Parlamento Europeo siamo lieti di annunciare un nuovo passo avanti verso la tutela e lo sviluppo del settore della canapa in Italia. La nostra richiesta di discussione della petizione presentata lo scorso settembre al Parlamento Europeo è stata approvata, e inserita nell’agenda del 17 marzo della Commissione PETI del Parlamento Europeo”. Lo dichiara Cristina Guarda, eurodeputata del gruppo dei Verdi.
La petizione, presentata a nome dell’Associazione Nazionale Canapa Sativa Italia e sostenuta da tutte le organizzazioni agricole di filiera, riguarda la presunta violazione del diritto dell’UE da parte della normativa italiana sulla canapa. In particolare, si denuncia che le leggi nazionali recenti limitano la coltivazione, la trasformazione e la commercializzazione del derivato della canapa chiamato Cannabidiolo (CBD): un’autentica assurdità, che colpisce ingiustamente la filiera per ragioni ideologiche. Il governo Meloni ha messo in gionocchio migliaia di piccole e medie aziende che hanno già investito notevoli risorse per produrre canapa in conformità con la legislazione dell’UE, che ora affrontano il rischio di pesanti ricadute sul piano occupazionale. Parliamo di 3 mila aziende agricole e migliaia di posti di lavoro nel settore del commercio e della distribuzione.
La legislazione italiana, che prevede restrizioni alla vendita, è in netto contrasto con varie disposizioni del diritto dell’UE e con la giurisprudenza della Corte di Giustizia dell’Unione Europea (CGUE), che già nel 2020 ha stabilito che il CBD non è una sostanza narcotica. Inoltre, la petizione denuncia il mancato rispetto da parte dell’Italia della procedura di notifica delle regolamentazioni tecniche alla Commissione Europea tramite TRIS, in violazione della Direttiva (UE) 2015/1535. Questo mancato rispetto impedisce che siano effettuati controlli di compatibilità prima dell’adozione delle norme nazionali.
La Commissione Europea ha ricevuto diverse denunce contro la stessa legislazione nazionale e ha avviato un’indagine sulla conformità della normativa italiana con il diritto dell’Unione. Tuttavia, dopo diversi mesi, non ci sono ancora aggiornamenti su questa indagine. Per questo, l’inclusione della nostra petizione nell’agenda del Comitato PETI di marzo 2025 rappresenta un passo cruciale per affrontare queste problematiche e garantire che il settore della canapa possa prosperare nel rispetto delle normative europee.”
Cristina Guarda (Verdi/ALE), eurodeputata