“Oggi in Seconda Commissione abbiamo avuto l’esame delle modifiche del PRAC, il piano cave, dal quale emerge che nella sola Treviso, nonostante una cinquantina di milioni di metri cubi di riserve, ovvero autorizzazioni di vecchia data incassate dai cavatori, si prevedono altri 2,5 milioni di metri cubi. Un provvedimento che probabilmente renderà contenti alcuni colleghi di maggioranza che in più occasioni si sono dimostrati particolarmente sensibili alle richieste dei cavatori.
Seppure le riserve di ghiaia in Veneto siano di circa cinquanta di milioni di metri cubi, il nuovo piano concede 2,5 milioni di metri cubi nella provincia di Treviso, 3,5 milioni negli ambiti a cavallo tra Treviso e Vicenza, 8,5 milioni a Verona, per un totale di 14,5 milioni di metri cubi.
In sostanza, con la proposta di aggiornamento passiamo dai 9,5 milioni di metri cubi totali del precedente piano (0 metri cubi a Treviso, 5 milioni di metri cubi a Verona, 4,5 milioni di metri cubi a Vicenza) a 14,5 milioni di metri cubi, il tutto in un batter d’occhio, senza nemmeno passare dal voto in Consiglio regionale: un aumento del 53% dei volumi autorizzato con un semplice e indolore parere della Commissione.
In tal senso, reiteriamo i dubbi e le perplessità sull’applicazione dell’articolo 7 della LR 13/2018, che prevede la possibilità del non passaggio in Consiglio per quelle modifiche che non incidono sui criteri informatori e sulle caratteristiche essenziali del Piano: un aggiornamento che prevede un incremento del 53% dello scavabile è di per sé un aumento che incide sui criteri informatori e sulle caratteristiche essenziali del Piano, per questo riteniamo che sarebbe stato necessario prevedere il dibattito e il voto in Aula.
Questo è un ulteriore azzoppamento della democrazia. Non è possibile cambiare un piano cave ritenendo non necessaria, come è accaduto, una nuova Valutazione Ambientale Strategica, motivo utile per giustificare il non passaggio in Consiglio regionale. Una scelta che limita fortemente il dibattito democratico perché limita la possibilità di rendere partecipi, tramite le audizioni, associazioni ambientaliste, comuni e sindaci, associazioni di categoria dato che i tempi per esprimerci in commissione sono di soli 60 giorni a pare dal 30 gennaio scorso. Audizioni che oggi abbiamo formalizzato all’ufficio di presidenza della seconda commissione.
Dal 2014 ad oggi le condizioni ambientali e climatiche in Veneto sono profondamente mutate vuoi per il consumo di suolo, vuoi per le attività del settore edilizia, per le nuove tecnologie sui materiali da costruzione presenti sul mercato, gli obiettivi UE sul riciclo dei materiali, per gli effetti estremi dei cambiamenti climatici. Ecco perché una nuova VAS si rende necessaria.
Purtroppo, questa è una forzatura che potrebbe gravare il procedimento con dei vizi di legittimità, con in più l’aggravante che la parte più importante dello Statuto della nostra Regione è attualmente lettera morta, non essendo stata ancora istituita la Commissione Statutaria di garanzia, una commissione superpartes che la Lega e Fratelli d’Italia non hanno mai voluto per avere così opposizioni silenziate che non possono appellarsi a questo “arbitro” per far valere i diritti dell’assemblea legislativa.
Giace ancora dal 2018 un mio progetto di legge per la sua istituzione, ripresentato in questa legislatura nel 2021, che mai la prima commissione ha voluto approvare e portare in consiglio.
È gravissimo che su un tema come quello delle cave, dagli interessi altissimi, si imponga questa forzatura, forti del fatto che si intende giocare una partita senza regole e senza l’arbitro. Questa maggioranza prosegue nella strada dello svilimento della nostra istituzione.” Lo dichiarano i Consiglieri regionali Andrea Zanoni e Renzo Masolo (Europa Verde).