Politica di Coesione e spesa militare, Eurodeputati AVS: “Revisione medio termine, ferma condanna a dirottamento fondi verso difesa”

Bruxelles, 25 marzo 2025 – Le eurodeputate e gli eurodeputati eletti nelle liste di Alleanza Verdi Sinistra (AVS) – Cristina Guarda, Mimmo Lucano, Ignazio Marino, Leoluca Orlando, Ilaria Salis e Benedetta Scuderi – esprimono la loro ferma opposizione all’orientamento emerso nella nota di preparazione della prossima riunione del Consiglio Affari Generali, che riunisce i ministri per gli Affari Europei dei Paesi UE. In particolare, criticano con forza la possibilità che la revisione di medio termine della Politica di Coesione venga utilizzata per includere incentivi e risorse destinate a scopi di difesa, comprese non solo le infrastrutture a doppio uso, ma anche quelle con esclusive finalità militari.

“È inaccettabile che i fondi destinati alla coesione e allo sviluppo regionale vengano dirottati verso l’industria bellica. Il governo Meloni, che a parole difende questi fondi, sta invece procedendo nella direzione opposta. Lo dimostrano le anticipazioni del Vicepresidente della Commissione UE, Raffaele Fitto, riportate dal Sole 24 Ore: la difesa spunta tra i pilastri della nuova politica di coesione, accanto l’housing e alla sicurezza idrica. È pura ipocrisia o un commissariamento da parte di Ursula Von Der Leyen, promotrice del piano di riarmo? Il risultato non cambia: vogliono nascondere le armi tra i fondi per la casa e l’acqua. Una vergogna inaccettabile!” dichiarano gli eurodeputati AVS.

“Questo orientamento, che contrasteremo in ogni sede, rappresenta un grave rischio per il welfare, la conversione ecologica e le politiche di sviluppo a sostegno dei territori. Ci opponiamo con forza a questa linea che punta a sottrarre centinaia di miliardi alle fasce di popolazione più svantaggiate, a vantaggio dell’industria degli armamenti. Ribadiamo la necessità di una politica estera comune di pace, fondata sul multilateralismo, il diritto internazionale e l’autodeterminazione dei popoli. L’Unione Europea non ha bisogno di una folle corsa agli armamenti, ma di una capacità di difesa autonoma e condivisa. Per lo sviluppo di un’Europa fondata sui valori di pace e giustizia, i fondi strutturali devono essere rafforzati, non depredati per scopi militari,” concludono.

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