“I risultati del progetto RF-2019-12370332 denominato ‘Investigating health hazard of short chain PFASs: toxicology, food contamination and effects of prenatal exposure on neurodevelopment presentato dall’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie, il cui obiettivo era quello di verificare i pericoli per la salute causati dai Pfas a catena corta, sono ancora in fase preliminare.
Nonostante recenti pubblicazioni scientifiche internazionali, provenienti da ricerche sostenute anche dalla Regione Veneto, invitino a non sottovalutare i rischi provenienti dalla esposizione a Pfas a catena corta, oggi la Regione, che ha ospitato il più grande disastro ecologico da Pfas in Europa, ancora non dispone di dati sufficientemente utili a comprendere il livello di contaminazione.
Dalla risposta alla mia interrogazione in Consiglio regionale sul livello di contaminazione da Pfas degli alimenti, emerge che i risultati della ricerca finanziata dal ministero della Salute sono ancora in fase preliminare. Inoltre, la validazione della metodologia di analisi, in conformità con la raccomandazione UE del 2022 in materia di monitoraggio delle sostanze perfluoroalchiliche negli alimenti, non risulta ancora ultimata. Il rischio sanitario dovuto all’esposizione a PFAS a corta catena non si riduce senza dati certi su calibrare una precisa strategia da parte delle istituzioni chiamate a tutelare la salute dei cittadini. Non è possibile attendere ulteriormente. Nel frattempo, un’altra nostra interrogazione sui TFA, altro tema di rilevante importanza per la salute dei cittadini, rimane in attesa di risposta.” Lo dichiara il Consigliere regionale Renzo Masolo (Europa Verde).