“Il programma triennale- dichiara il Consigliere regionale Renzo Masolo (Europa Verde) – non tiene conto del cambiamento climatico e rende il nostro territorio ancora più vulnerabile. Il consumo di suolo è una costante che accompagna le azioni di questa maggioranza che governa la Regione, il problema è che ogni anno gli eventi atmosferici toccano nuovi picchi di intensità mettendo a dura prova le provincie venete. Il consumo di suolo mette a repentaglio il territorio e a rischio i cittadini. Il consumo di suolo è dato anche dalla costante crescita del numero di strade e discapito della mobilità pubblica, unico vero strumento per rispondere alle esigenze di spostamento dei cittadini evitando ulteriore consumo di suolo. Costruire nuove strade nel 2025 è sconveniente perché dimostra che chi le chiede è chi le costruisce ritiene naturale che il numero delle auto continueranno ad aumentare continuamente. L’evidenza e i dati socio economi e demografici dimostrano il contrario. La SPV ci ha dato una lezione severa e drammatica. Non ripetiamo gli stessi errori. Alla luce di questa esperienza esprimiamo perplessità sull’investimento di 1,3 miliardi per la strada del Santo.”
Sulla questione interviene anche il Consigliere Andrea Zanoni (Europa Verde): “Ci sono quasi 10 milioni di euro in manutenzioni varie di facciate, tetti, servizi igienici, ecc. dei palazzi della Regione del Veneto consiglio regionale compreso. Fatto salvo che le manutenzioni devono essere fatte, in periodi di vacche magre sarebbe utile pensare a soluzioni più sobrie e trasferire gli uffici e le sedi istituzionali in terraferma, con conseguenti ingentissimi risparmi anziché pagare un occhio della testa per manutenzioni su palazzi storici dai costi esorbitanti. Preoccupano i tanti interventi previsti in aree vincolate perché troppe volte con la scusa del dissesto idrogeologico sono stati cementificati e asfaltati importanti siti e strade che hanno deturpato bellissime aree naturali.
Inoltre, facciamo nostre le preoccupazioni e le critiche, pervenute anche da alcuni ingegneri, in merito alle casse di espansione sul Piave a ciano del Montello dal costo di 55 milioni di euro. Un’opera che ricade all’interno dell’area Rete natura 2000 dell’UE unica al mondo, osteggiata anche da cittadini, associazioni di tutela ambientale, dal comitato locale e amministratori locali, siti alternativi erano stati indicati dagli esperti, ma si è preferito impattare un’area pregiata dal punto di vista naturale piuttosto che intaccarne a causa della presenza di grandi distese di prosecco.”