“Il governo italiano avrà 90 giorni per rispondere ai rilievi avanzati dall’Unione Europea sulle restrizioni imposte alla coltivazione e al commercio del CBD.” Lo annuncia Cristina Guarda, eurodeputata dei Verdi e componente della Commissione Petizioni del Parlamento europeo. “La petizione n. 1144/2024, presentata da Mattia Cusani per conto dell’Associazione Nazionale Canapa Sativa Italia, già lo scorso settembre denunciava la plateale violazione delle normative europee contenuta nelle pieghe del Ddl Sicurezza. Il 17 marzo, la Commissione Petizioni del Parlamento europeo ha giudicato fondata la petizione e ha deciso di scrivere una lettera di reclamo alle autorità italiane”, commenta l’eurodeputata.
“Nel frattempo, il disegno di legge si è trasformato in decreto: l’approvazione da parte del Consiglio dei Ministri rappresenta un attacco diretto alla filiera della canapa e ai diritti fondamentali dei cittadini, in primis quello alla salute. Con questo provvedimento, il governo criminalizza la cannabis light, equiparandola a una droga, nonostante sia priva di effetti psicotropi e riconosciuta come sicura dalla giurisprudenza europea,” prosegue Guarda.
“Criminalizzare l’intera filiera della canapa è un colpo durissimo per oltre 3 mila aziende agricole e più di 15 mila lavoratori che operano in un settore strategico per l’economia e l’innovazione agricola del nostro Paese. È inaccettabile che, per puro accanimento ideologico, si metta in ginocchio un comparto produttivo che rispetta le normative europee e non rappresenta alcun rischio per la salute pubblica. Questo provvedimento non solo danneggia le imprese, ma priva migliaia di cittadini di un supporto terapeutico essenziale. Io stessa devo ringraziare il CBD per la gestione delle cefalee croniche,” conclude Guarda.
Cristina Guarda (Verdi/ALE), eurodeputata