“Siamo solidali e vicini ai consiglieri comunali di Caorle (Venezia) Marco Favaro e Alessandro Borin, che con coraggio e coerenza si oppongono alla realizzazione del cosiddetto “villaggio termale”, 240mila metri cubi di nuova edificazione, di cui solo il 10 per cento per le nuove terme, il resto in nuove residenze e negozi, in un territorio già provato da un’urbanizzazione insostenibile, e denunciano pubblicamente le pressioni e le minacce di stile mafioso a danno del sindaco di Caorle e di sé medesimi”. Lo dichiarano i Co-portavoce nazionali dei Verdi Luana Zanella e Angelo Bonelli, che aggiungono: “Precedenti episodi altrettanto inquietanti, un attentato incendiario a due auto della polizia municipale e a quella di un avvocato, molotov contro l’abitazione di un residente, segnalano il clima di pesante e oppressivo condizionamento in cui si è svolto e si svolge il confronto sulle scelte di politica urbanistica”.
“Non si tratta solo di Caorle – spiegano i due ecologisti-. Secondo l’Osservatorio Ambiente e Legalità di Legambiente la dissennata cementificazione che si è riversata nel corso degli ultimi decenni sulla zona costiera del Veneto orientale si è intrecciata con l’operatività di organizzazioni criminali”.
L’intensa attività, in particolare di derivazione camorrista, è stata documentata da numerose inchieste – concludono Zanella e Bonelli -. Come ha ricordato alla commissione parlamentare antimafia, durante un’audizione svolta nel 2012, il Procuratore capo Delpino, ‘i primi fenomeni di infiltrazione mafiosa nell’economia veneta potrebbero risalire già agli anni ’70, quando le spiagge di Jesolo ed Eraclea vedevano molteplici, e non facilmente giustificabili, passaggi di società nella proprietà degli alberghi’. Nella consapevolezza che la difesa del territorio e la salvaguardia dell’ambiente passano anche per la lotta contro la criminalità e l’illegalità, sosteniamo l’azione coraggiosa e ferma dei consiglieri comunali di Carole Favaro e Borin”.