Il Montello e l’area del Piave prospiciente delle grave di Ciano, sono sottoposte ad un attacco ambientale mai visto prima.
Il Montello da qualche anno è sotto l’assedio dell’industria della monocoltura del prosecco e oggi i magnifici “prati stabili” (H6510) tutelati dalla Regione e dall’Europa attraverso Rete Natura 2000, sono minacciati dai vigneti industriali e dalla stessa Regione che deciso di riscrivere la carta degli HabitatRete Natura 2000, probabilmente proprio per soddisfare gli appetiti speculativi. I “prati stabili” sono un prezioso deposito di biodiversità, i vigneti industriali la distruggono completamente.
Di fronte al versante nord del Montello, l’area delle Grave di Ciano è anch’essa di grande valenza ambientale: classificata “Zona a Protezione Speciale” (ZPS) Rete Natura 2000, “Sito di Importanza Comunitaria” (SIC), nonché “Zona Speciale di Conservazione” (ZCS) tutelato dalla Direttiva “Habitat” 92/43/CEE. Le Grave di Ciano offrono peculiarità ambientali uniche: ospita una ricca biodiversità (vi fioriscono per esempio diverse specie di orchidee) e rappresenta un’area di sosta e riproduzione per specie rarissime di avifauna.
Nelle Grave a marzo 2019 i sindaci di Crocetta e di Vidor, in barba a tutte le tutele, hanno autorizzato un dannosissimo rally di fuoristrada che ha disturbato pesantemente l’avifauna e che ha dipinto l’area nell’immaginario collettivo, come una distesa di sassi e non come un’area naturalistica qual è.
Non finisce qui. Nell’area è in corso di realizzazione un nuovo megadepuratore a servizio di 38.000 abitanti di vari comuni. Opera già in costruzione che però ora ne rivela anche una accessoria: un canale di scolo dal depuratore in alveo lungo chilometri che attraverserà tutte le Grave di Ciano.
Non bastasse, in questi giorni, filtrano notizie ancor più preoccupanti: il ritorno dello scellerato progetto di realizzare le tre enormi casse di espansione, previste dal vecchio e sorpassato “Piano di Bacino” di trent’anni fa, all’epoca pensate più per placare gli appetiti dei cavatori, che per un reale bisogno idraulico (il Piave in quell’area è già un’enorme cassa di espansione). Uno scavo largo 950 ettari che spazzerebbe via completamente l’area naturalistica.
A ciò si aggiunge l’idea (per ora) del nuovo ponte di Vidor, proprio di fronte all’Abazia, servito da una nuova bretella stradale che ovviamente è stata progettata nel modo più impattante e cioè con un lungo tratto nell’alveo del Fiume.
Infine, dal consiglio comunale di Falzé di Piave, giungono voci di un ritorno dal passato anche della delirante idea di realizzare una diga sul Fiume. Idea vecchia di 40 anni, bocciata dopo anni di battaglie della popolazioni locali e dopo puntuali relazioni tecniche che dimostravano che sarebbe stato un disastro idrogeologico.
Ricapitolando. Il Montello è aggredito dalla monocoltura del prosecco e dalla nuova carta degli Habitat che ne ridimensiona la tutela. Le Grave del Piave sotto assedio da rally, megadepuratore, canale di scolo, tre casse di espansione, nuovo ponte e bretella in alveo, diga di Falzè.
I VERDI TREVISO intendono sostenere le popolazioni rivierasche e le associazioni ambientaliste, che da Crocetta a Falzé, sono mobilitate per ostacolare questo scellerato attacco ad una delle area naturalistiche più belle della Marca Trevigiana.
Daniele Tiozzi e Elisa Casonato
Co-Portavoce dei Verdi della Provincia di Treviso