Sulla carta della distribuzione delle foreste in Europa c’è uno spazio vuoto: la pianura padano-veneta! Esso non dipende da fattori orografici o climatici ma dal fatto che negli ultimi millenni gli uomini vi hanno eliminato l’originario manto forestale in modo pressoché totale. Nella pianura veneta la distruzione della foresta, che inizialmente la ricopriva in modo ininterrotto salvo che nelle zone allagate (come in Amazzonia!), ha interessato il 99.99% della superficie originale!
la nostra pianura, il nostro ambiente
per avere un’aria migliore, più biodiversità,
per contrastare il riscaldamento globale
Servono interventi strutturali per contrastare il cambiamento climatico e il peggioramento della qualità dell’aria e dell’ambiente, interventi sul traffico stradale, acquatico, aereo, sulle emissioni, di riconversione industriale e rigenerazione urbana e degli edifici, mutamenti dei consumi. Ma una risorsa straordinaria e potente sono i boschi, le foreste, il verde urbano ed extraurbano, i parchi, i giardini, i filari di alberi, le siepi, gli arbusti. Qualcosa è cambiato negli ultimi anni. Grazie alla legge regionale n°13/2003 “Norme per la realizzazione di boschi nella pianura veneta” e sulla spinta di una maggior consapevolezza dell’importanza dei boschi anche intorno alle nostre città, la superficie dei boschi di pianura negli ultimi 30 anni è decuplicata, arrivando a coprire oltre 500 ettari.
La Carta di Sandrigo (elaborata da amministratori e tecnici volenterosi), presentata esattamente 2 anni fa, il 27 ottobre 2017, ribadisce l’importanza del bosco planiziale anche come azione di contrasto all’inquinamento e al cambiamento climatico e si prefigge lo scopo di riforestare, entro il 2050, almeno 5.000 ettari della pianura veneta, ritornando ad una superficie boschiva come quasi ai tempi della Serenissima.
La Città Metropolitana di Venezia e il Veneto Orientale ospitano realtà boschive di pianura tra le più interessanti sul piano nazionale per estensione e biodiversità. Ad esempio, a Mirano il Bosco del Parauro, con i suoi 15 ettari e 40.000 piante di specie autoctone; a san Stino di Livenza, il Bosco Bandiziol e Presaccon (110 ettari), a Concordia Sagittaria il Bosco delle Lame (24 ettari). Soprattutto, ricordiamo il Bosco di Mestre in Comune di Venezia, con diversi nuclei boscati (Bosco dell’Osellino, Ottolenghi, Zaher, Campalto, di Franca) per un totale di 230 ettari e che, secondo il Piano Regolatore, dovrebbe diventare di circa 1400 ettari.
Residui lembi di antichi boschi planiziali, con habitat, flora e fauna di grande valenza naturalistica, sono stati inoltre inseriti nella Rete Natura 2000 dell’Unione Europea, e sono stati individuati come ZSC (Zone Speciali di Conservazione), già SIC, come ad es. il Bosco di Cessalto e il Bosco di Carpenedo ed altri: grazie anche ai Servizi Forestali Regionali e ad alcuni Comuni, sono stati oggetto di attente cure volte a migliorarne la composizione e la struttura.
Ora, però, dopo questo sviluppo iniziale, tutto sembra essersi fermato.
E’ necessaria, perciò, una svolta, un rilancio!
RIFORESTIAMO!
Con la fotosintesi l’albero sottrae CO2 all’atmosfera: un bosco è un grande serbatoio che immagazzina la CO2 in eccesso che aumenta l’effetto serra. La riforestazione anche nelle aree urbane e periurbane può essere di fondamentale aiuto per contrastare i cambiamenti climatici: entro il 2030 dobbiamo ridurre del 50% le emissioni di gas serra, secondo quanto raccomandato dall’IPCC e richiesto dagli Accordi sul Clima di Parigi.
Un’area boscata migliora la qualità urbana ed ambientale di una città e può dare un contributo fondamentale per migliorare le condizioni termiche dell’aria: rinfresca e riduce l’effetto “isola di calore”, causato da superfici urbane impermeabili o con edifici, aree industriali, strade e asfalto. Nelle nostre pianure c’è inoltre un peggioramento della qualità dell’aria con un aumento dell’inquinamento da PM10 e PM2,5, nel periodo autunno invernale, soprattutto a causa del traffico veicolare e degli impianti di riscaldamento, per la particolare situazione climatica della pianura padana, che sta cambiando in peggio anche per via del riscaldamento globale.
L’incremento delle aree boscate rappresenta quindi un ottimo strumento per abbattere l’inquinamento dell’aria sia per il particolato, che per altri inquinanti sospesi nell’aria. Servono boschi ben progettati, con la giusta composizione, che possono migliorare il grado di Biodiversità, anche vicino alle nostre città, e aumentare i servizi ecosistemici offerti agli esseri viventi, a tutti noi. Serve una svolta nelle politiche pubbliche per favorire il rimboschimento nelle aree di pianura attraverso nuovi impianti forestali, ma anche un’oculata gestione e manutenzione dei boschi esistenti su cui è importante coinvolgere anche le figure professionali adeguate a partire da forestali, naturalisti, agronomi, biologi ed ecologi.
Per questo lanciamo una raccolta di firme per chiedere alla Regione Veneto e alla Città Metropolitana di Venezia e ai Comuni interessati di:
1) decuplicare la superficie dei boschi di pianura entro il 2030 nel nostro territorio, avvicinandoci all’1% della superficie agricola veneta, secondo gli obiettivi stabiliti dalla Carta di Sandrigo, anche attraverso l’adeguamento degli strumenti urbanistici;
2) rifinanziare con adeguate risorse la L.R. 13/2003 “Norme per la realizzazione di boschi nella pianura veneta” che da troppi anni ormai non viene più sostenuta, chiedendo altresì di rivedere tale norma e/o integrarla inserendo delle clausole sulla necessità di destinare una parte di finanziamenti aggiuntivi alla manutenzione per garantire una sostenibilità gestionale ai boschi di nuovo impianto.
RIFORESTIAMO!
Rigeneriamo il nostro ambiente di vita!
VERDI
coordinamento metropolitano di Venezia