Wwf: nel Pnrr manca una strategia per la tutela del capitale naturale e per la transizione energetica

Nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza manca una strategia per tutelare e ricostituire il capitale naturale italiano. Un programma Next Generation UE, proposto dall’Italia, che porta nel nome il proprio obiettivo, ma che non guarda con convinzione alle future generazioni e non ha quel respiro necessario a far compiere un salto di qualità al Paese nella sua capacità nell’affrontare in futuro le sfide dettate dalle emergenze ambientale e sanitaria, condizionate in maniera determinante dai cambiamenti climatici e dalla perdita di biodiversità.

Il WWF ha condotto un analisi approfondita sul documento chiamato ambiziosamente “Next Generation Italia”, e che verrà inviata a tutti i parlamentari, che nella sua ultima versione ha visto un taglio di 4,6 miliardi di euro (da 74,4 a 69,8) proprio dei fondi destinati alla “Rivoluzione Verde e alla Transizione Ecologica” (Missione 2 del documento), nonostante il perimetro dei fondi, complessivamente messi a disposizione con il PNRR sia lievitato da 193 a 223,9 miliardi di euro (+ 31 miliardi circa).

Non viene in alcuna parte chiarito come il Piano intenda raggiungere l’obiettivo, richiesto dalla Commissione Europea agli Stati Membri, di destinare il 37% dell’ammontare complessivo delle risorse messe a disposizione dai Piani nazionali per azioni per il clima, l’adattamento ai cambiamenti climatici e alla biodiversità terrestre e marina, come chiaramente richiesto nelle Linee Guida della Commissione europea del PNRR del 22 gennaio, che chiedono ai governi di specificare come intendano raggiungere questo obiettivo. A questi scopi viene destinato solo il 31% dei 223,9 miliardi di euro: mancano pertanto all’appello 13,44 miliardi (il 6%) che vanno riassegnati secondo i criteri indicati dalla Commissione europea.

Viceversa, nel PNRR non si dedica nemmeno un euro alla tutela e al restauro del nostro patrimonio naturale, asset fondamentale per la salute, la sicurezza, il benessere e il rilancio del nostro Paese (che vanta una delle più ricche biodiversità d’Europa), nonché elemento centrale del Green Deal europeo e della Strategia Europea sulla Biodiversità.

Dal Piano emerge inoltre come una buona fetta delle risorse del PNRR siano destinati a “progetti in essere” che ammonta ad un ragguardevole 28% e, nel caso specifico degli interventi della Missione 2, questa quota raggiunge il 45,5%. Il rischio concreto è di finanziare progetti “datati” che non ci porteranno in maniera decisa verso una vera transizione ecologica ed un’economia circolare, che dovrebbe essere trainante per il futuro produttivo dell’Italia ma a cui si destina solo il 2% (4,5 mld di euro). E manca l’obiettivo di delineare una strategia industriale dell’Italia basata sul rinnovamento dei processi produttivi coerenti con i target di decarbonizzazione delle fonti energetiche.

All’Italia serve quindi un piano più coerente con il Green Deal europeo, un PNRR che stabilisca obiettivi concreti e misurabili anche per la conservazione della biodiversità, a cominciare dall’implementazione del sistema delle Aree Protette e per la tutela e il rispristino degli ecosistemi naturali della Rete Natura 2000, che nel Piano sembra non abbiano trovato spazio. Serve anche un focus dedicato al mare, una fonte di ricchezza economica oltre che un elemento fortemente caratterizzante della bellezza che tutto il mondo invidia al nostro Paese.

Paolo Perlasca – Europa Verde

Fonte WWF Nel PNRR manca una strategia per la tutela e il ripristino del capitale naturale

Immagine dal sito Canale Energia

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