Guarda (EV), Bigon (PD), Ostanel (VcV): “Sempre più emergenza rifiuti, urge nuovo piano regionale: nel frattempo, stop a nuovi impianti!”.

“Non possiamo affidare il nostro futuro a sole discariche e inceneritori: siamo senza un piano rifiuti aggiornato. Come facciamo a garantire i nuovi obiettivi europei prima che il Veneto venga sommerso?”.

Le Consigliere regionali di opposizione Guarda, Bigon e Ostanel, sollecitate dai cittadini attivi dell’Est Veronese, intervengono sulla questione riduzione e smaltimento rifiuti nella nostra regione.

“E’ evidente come la nostra regione si trovi in difficoltà nella gestione dei rifiuti. Il precedente piano rifiuti regionale risale al 2015 e con un raggio d’azione con termine nel 2020.

Urge un nuovo piano Piano Regionale, in linea col Decreto legislativo dello scorso anno e capace di porre obiettivi ambiziosi in termini di sostenibilità, come quello di tener conto dell’intero ciclo di vita del prodotto, incentivando a produrre meno rifiuti, quindi facilitando così lo smaltimento e il recupero attraverso impianti dedicati.

Va inoltre accelerato il passaggio da una economia lineare a quella circolare, nell’ottica dell’abbandono progressivo della tecnica dell’incenerimento a vantaggio di soluzioni capaci di promuovere il riciclo. Questo rappresenterebbe inoltre un’opportunità industriale e di sviluppo sostenibile della economia del territorio, in grado di creare nuova occupazione.

Per questo abbiamo depositato una mozione in Consiglio regionale, sostenute dai colleghi Lorenzoni, Baldin e Zanoni, per chiedere che la Giunta elabori un nuovo piano dei rifiuti urbani e speciali rispettoso di questi obiettivi, senza previsioni di ampliamenti o nuovi inceneritori e discariche fino a che non siano identificate macroaree per la razionalizzazione degli impianti, e i flussi dei rifiuti strategici per l’economia circolare, tenendo conto delle opportunità che il riciclo può portare, come il prolungamento della vita del prodotto e l’introduzione di sistemi rigenerativi, utili al progressivo abbandono della tecnica dell’incenerimento.”

La Consigliera Guarda precisa: “La Politica ha un compito: non intervenire solo in presenza di situazioni emergenziali, ma prevedere processi coraggiosi per la riduzione del rifiuto. La Regione lo avrebbe potuto già fare anni fa e lo può fare oggi a Vicenza visto il tema fanghi conciari della Valle del Chiampo, così come a Venezia per l’inceneritore di Fusina. Invece troppo spesso il silenzio regna sovrano: si tende a non discutere apertamente di questi processi fino a quando non diventano emergenze da calare dall’alto, lasciando la popolazione nell’incertezza dei costi, economici e sanitari, che produce l’unica soluzione perseguita in questi anni dal Veneto, ossia quella dell’incenerimento e dell’ampliamento discariche.”

Continua Anna Maria Bigon: “A Verona il problema è particolarmente grave. Pensiamo ad esempio a San Martino Buon Albergo, Zevio, Pescantina, Legnago e Sorgà, quest’ultima con una nuova richiesta di autorizzazione di una discarica di car fluff che raccoglierà scarti d’auto da tutto il nord Italia. Verona non può diventare la discarica del nord Italia, in un territorio, invero, di tutta la provincia, che dovrebbe essere valorizzato per un’agricoltura ed economia sostenibile importante con la vera prospettiva di creare e potenziare anche un turismo ambientale.

Infine la consigliera Elena Ostanel interviene su Padova: ” Non possiamo correre verso l’approvazione di nuova linea di incenerimento a Padova in assenza di un Piano dei Rifiuti aggiornato secondo le previsioni attuali. Non possiamo pensare di prendere decisioni così impattanti per il nostro territorio senza sapere con certezza se inceneriremo più rifiuti o se conferiremo più rifiuti da fuori provincia. Il Consiglio Comunale di Padova ha votato una mozione che va in questa direzione e la Regione deve tenerne conto. Il Piano Rifiuti, che prevede l’approvazione del Consiglio Regionale, è lo strumento chiave per sancire quale direzione la Regione Veneto vuole intraprendere sulla gestione dei rifiuti e deve essere subito portato in aula. Il consiglio comunale ha anche chiesto che sia realizzato uno studio epidemiologico indipendente per dimostrare quali tecnologie siano da privilegiare piuttosto che altre. La città chiede coinvolgimento e partecipazione, non vogliamo un progetto calato dall’alto, come di fatto sta avvenendo.”

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