“Nel Bellunese anziani in trasferta per chilometri per la vaccinazione anti-Covid: perché non sono stati presi provvedimenti per tempo?”
Gli anziani delle terre alte nel Bellunese costretti a spostarsi per più di 50 km fino a Belluno per la somministrazione del vaccino anti-Covid. Sulla questione interviene la Consigliera regionale Cristina Guarda:
“Rattrista apprendere che gli anziani dell’intera provincia siano stati convocati per la somministrazione del siero a Belluno. Per molti di loro si tratta di percorrere decine di chilometri in pieno inverno affrontando evidenti disagi. La presenza di strutture ospedaliere in più comuni della provincia sarebbe dovuta servire a rendere più agevole il piano di somministrazione del siero, approfittando di più centri a servizio dei cittadini. Questo non è accaduto e il risultato è un rinnovato senso di abbandono da parte dei cittadini delle zone montane. L’Ulss Dolomiti sta ora definendo l’adattamento dei Covid point di Feltre, Tai di Cadore e Agordo in centri vaccinali. Ci chiediamo per quale motivo questa azione non sia stata intrapresa dall’inizio della campagna vaccinale una azione utile, evitando così quello che è appare essere un disservizio che grava sulle spalle degli anziani e delle loro famiglie. Siamo consapevoli di quanto sia impegnativa la gestione di questo drammatico periodo soprattutto per quanto riguarda la erogazione di servizi sanitari. Tuttavia questo approccio, che ritarda l’azione nelle aree più periferiche, rischia di creare conseguenze non indifferenti.”
Conclude la Consigliera Guarda:” Il rischio ora è che ben pochi si presentino nei giorni indicati per la somministrazione del vaccino nel capoluogo, ossia il 27 e il 28 febbraio, causando il conseguente rallentamento dell’intero programma provinciale. Per questo motivo ho presentato una interrogazione in Consiglio regionale per chiedere per quali motivi nella Ulss Dolomiti non sia stata attivata in prima istanza una diversa e meno gravosa articolazione per la somministrazione del vaccino.”