Le consigliere regionali di Europa Verde del Veneto e dell’Emilia-Romagna, Cristina Guarda e Silvia Zamboni, unite nel contrastare la obsoleta corsa alle fonti fossili, intervengono sul via libera da parte del Ministero della Transizione ecologica a nuove trivellazioni per idrocarburi nel mare Adriatico: “L’esperienza negativa della subsidenza degli anni 50-60 a quanto pare non è servita a nulla. Rischiamo ancora una volta di incrementare la risalita del cuneo salino, causando abbassamenti del terreno fino a due metri, come avvenne pochi decenni fa a causa delle estrazioni, mettendo così a rischio attività agricole e turistiche.
Il Delta del Po, Patrimonio dell’Umanità e Riserva di Biosfera MAB Unesco, merita il più alto livello di attenzione e la massima tutela possibile. Anziché continuare a trivellare in questa zona naturalistica unica, si deve investire nella qualità e nella promozione dell’offerta turistica e nello sviluppo delle fonti rinnovabili, a partire dell’eolico offshore, andando a riutilizzare anche le vecchie piattaforme abbandonate. Ribadiamo anche la nostra opposizione all’impianto Eni per lo stoccaggio della CO2.
Ci uniamo quindi all’appello di tutti gli amministratori locali, indipendentemente dalla loro appartenenza partitica, che si oppongono con forza a nuove trivellazioni e ai rischi ambientali e climatici che ne conseguono. Diciamo NO a devastare quella che da molti è definita la Camargue italiana, soprattutto dopo il recente referendum”.
Le Consigliere regionali di Europa Verde stanno inoltre lavorando congiuntamente alla istituzione del Parco Delta che ricade entro i confini di Veneto ed Emilia-Romagna. E annunciano che si attiveranno nelle rispettive Assemblee legislative affinché “i Presidenti di Veneto ed Emilia-Romagna agiscano in Conferenza Stato-Regioni e presso il Ministero per garantire la sospensione delle concessioni per nuove trivellazioni nel Delta del Po. E aggiungono:
“In Emilia-Romagna, rispondendo ad una interrogazione di Europa Verde, la Giunta regionale ha già espresso la propria disponibilità ad istituire il Parco Unico del Delta del Po. Ora sta al Veneto battere un colpo!”, concludono Guarda e Zamboni.