“Il cambiamento climatico è in atto e la mancanza d’acqua dovrebbe farci riflettere sul suo utilizzo e sulle strategie che adottiamo per garantire i servizi minimi”.
La consigliera regionale della Regione del Veneto, Cristina Guarda, e la consigliera della provincia autonoma di Trento, entrambe esponenti di Europa Verde, intervengono sullo scontro tra Veneto e le due provincie autonome in tema di emergenza idrica. “Ci si preoccupa molto delle forniture di gas – spiegano Guarda e Coppola – ma pochi si stanno interessando alla mancanza di acqua e alla drammatica contrazione delle risorse idriche. La sofferenza idrica che stiamo vivendo è frutto del cambiamento climatico, ma anche della mancanza di una effettiva e efficace strategia. Si calcola che in Italia, rispetto a 50 anni fa, manchino all’appello ben 5 miliardi di metri cubi di acqua. Nel nostro Paese ci si limita spesso ad agire in tema di sicurezza idraulica con la realizzazione i sempre nuovi bacini di laminazione, ma carente è invece l’attenzione su opere utili a trattenere l’acqua quando c’è. “
Prosegue Guarda: “In Veneto si riesce a trattenere solo il 5% dell’acqua piovana, un performance deludente se paragonata a quella delle altre regioni. Questo è il frutto anche di politiche a breve termine e poco efficaci, infatti si continua a progettare bacini anti-alluvione in pianura, mentre sarebbe più utile, come ho proposto più volte in Consiglio regionale, agire potenziando il sistema di bacini imbriferi rendendoli opere ambivalenti, da utilizzare sia per il contenimento quanto per il trattenimento d’acqua.”
Spiega Coppola: “L’attuale situazione pone in disaccordo Il Trentino Alto Adige e il Veneto, regioni governate da amministrazioni dello stesso colore politico. Ho presentato una interrogazione in Consiglio provinciale di Trento per chiedere al Presidente se intenda assecondare la richiesta di aprire i vasi idrici e al contempo tutelare le esigenze idriche del Trentino.”
Conclude Guarda: “L’eccessiva cementificazione che da anni caratterizza il Veneto è tra le cause che hanno concorso a determinare l’attuale situazione. Oltre all’impatto che la mancanza d’acqua avrà nel nostro quotidiano, sull’agricoltura e sull’industria, temo le complicazioni che possiamo immaginare nella gestione degli incendi durante l’estate e i danni alla biodiversità. Per questo mi rivolgo agli assessori di Veneto, provincia di Trento e quella di Bolzano affinché lo scontro politico venga messo da parte a favore della stesura di una strategia comune nell’affrontare una questione che ci accompagnerà anche nei prossimi decenni.”