Il prolungamento dell’A27 è la risposta sbagliata ad un problema reale

di Max Fiabiane – Come un vecchio disco rotto, di tanto in tanto il pubblico dibattito s’inceppa e torna a discutere, per l’ennesima volta, del prolungamento dell’autostrada A27 nel consueto e surreale confronto a distanza tra favorevoli e contrari che risulterà, come sempre, sterile e infruttuoso perché privo della riflessione sociopolitica che ne dovrebbe sostenere le reciproche ragioni.

Da una parte i promotori, che offrono la soluzione sbagliata ad un problema reale, dall’altra gli oppositori che forse non comprendono le reali dimensioni del problema, o molto più semplicemente si dichiarano contrari perché incapaci di offrire alternative utili con progetti ragionevoli e valutazioni ambientali coerenti nell’interesse di tutti, ecosistema compreso. Eppure basterebbe dare un’occhiata sommaria a qualche macroindicatore per capire come il collegamento verso l’Austria, e dunque l’Europa, sia una delle poche possibilità rimaste alla Provincia di Belluno per uscire dalla crisi perenne nella quale è finita e in cui rischia di rimanere impantanata per lungo tempo. Se parliamo di demografia, ad esempio, non si può non osservare come questa provincia sia sempre meno abitata e con un’età media da nonni, con i giovani che se ne vanno come in epoca post bellica, anche e soprattutto perché marginalizzati in un territorio di periferia senza alcuna prospettiva.

Oppure si potrebbe aprire una semplice carta geografica del nord Italia per vedere come il Veneto sia l’unica Regione dell’intero arco alpino priva di un collegamento diretto verso il vecchio continente, ipotesi tante volte prospettata, ma mai realmente sostenuta dai governi della Regione che si sono succeduti e che si sono sempre e solamente interessati al più politicamente redditizio collegamento est/ovest Venezia/Verona e le vicine diramazioni. Per gli amanti dell’economia, invece, un’altra lettura interessante potrebbe essere quella dei bilanci del Trentino Alto Adige, e nello specifico delle ricche entrate garantite negli anni dalla direttrice del Brennero, che spingono i nostri confinanti a sostenere qualunque progetto che comunque lasci Vipiteno come porta d’ingresso/uscita da/per l’Italia. Appare dunque evidente che se è ben vero che una soluzione autostradale bellunese non farebbe altro che perpetrare ulteriormente le solite politiche con i limiti evidenti che ci hanno portato a dove siamo, è altrettanto vero che aprire un confronto vero con la confinante Austria su un’ipotesi di collegamento ferroviario farebbe della nostra provincia la cerniera di una nuova direttrice nord/sud tra Venezia Dolomiti ed Europa dagli sviluppi economici, ambientali e sociali che crediamo siano evidenti a tutti.
Un progetto ecologista transfrontaliero ad ampio respiro che troverebbe sostegno certo, sia politico che economico, nella Commissione Europea che fa della condivisione di idee tra Stati per collegamenti tra Nazioni una delle più semplici, sostanziose e veloci fonti di finanziamento. E offrirebbe, per davvero, alle nuove generazioni la possibilità di vivere il territorio in una prospettiva di progresso e futuro diffuso, con la certezza di potersi muovere rapidamente ed in sicurezza verso realtà nuove, diverse, aperte.

Infine, ci auguriamo che per una volta si riesca a superare il rischioso approccio campanilistico che tante volte ha contribuito a far morire sul nascere qualunque seria discussione a riguardo, trasformando i comprensibili desideri di parte in una spinta comune per sostenere un’idea che può realmente dare risposte e opportunità alle nostre vallate. In fondo ci pare che il confine tra Veneto e Tirolo/Carinzia sia il passaggio ineludibile da cui cominciare per aprire un confronto vero e onesto e cercare di uscire tutti assieme dall’isolamento nel quale siamo finiti. Altrimenti non ci rimarrà che attendere pazientemente la prossima occasione nella quale il vecchio disco si impunterà nuovamente.

Circolo Europa Verde Belluno


Foto di copertina: Antonio Martinetti 

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