“La maggioranza boccia la mozione a mia prima firma per correggere le mancanze più evidenti della Regione come riconosciute anche dal relatore speciale del Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite: un no inspiegabile e incomprensibile” commenta così la Consigliera regionale Cristina Guarda (EV) il no della maggioranza di governo alla propria proposta di impegno che riportata i rilievi formulati dal relatore speciale ONU sull’inquinamento da pfas in Veneto.
“Incomprensibile l’ennesimo no alla richiesta di recuperare terreno su due aspetti fondamentali: informazione diffusa e analisi per chi, pur a rischio, è stato escluso; un no – precisa la Consigliera Guarda – che arriva dopo la promessa, fatta nel 2016 e non mantenuta, di svolgere attività di informazione sull’inquinamento da PFAS, attività che, ad oggi, non viene nemmeno svolta a favore dei residenti della zona di più elevata contaminazione, ossia la rossa. Attualmente, gran parte della popolazione non sa come prevenire l’esposizione in casa, cosa fare per controllare la propria salute se abita in zona contaminata; gli agricoltori a stento sanno di un inquinamento dannoso, che sono i più esposti e che cosa fare per produrre in modo sicuro e senza pagare inquinamenti causati da altri, le imprese non sono incentivate a prevenire emissioni in aria, se non a seguito di richieste di cittadini e del nucleo operativo ecologico dei carabinieri. Con la bocciatura della mia mozione, la regione conferma che il ruolo che si è ritagliata è quello purtroppo noto: il convitato di pietra, invisibile e muto anche a fronte di quanto rilevato dal relatore speciale del Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite. “
“Ricordo inoltre – prosegue la Consigliera – che dopo anni di sollecitazioni per svolgere libere e gratuite analisi del sangue una prima e timida apertura valutativa è stata formalizzata dalla Giunta regionale solo nel novembre scorso e a fronte di una mia interrogazione in Consiglio regionale che chiedeva conto del precedente no espresso contro il Comune di Vicenza. Anche su questo fronte, tuttavia, la Regione manca ancora una volta l’appuntamento con le sue stesse promesse, come denunciano proprio oggi anche Mamme no pfas, associazioni ed i comitati. E’ davvero impossibile comprendere le motivazioni che impediscono alla Regione di fare analisi gratuite e presa in carico sanitaria in area arancione, come Sovizzo, Arzignano, Creazzo e addirittura Vicenza, dove sono stati attivati o progettati impianti di depurazione contro i Pfas: se serve filtrare l’acqua, perché non serve controllare la salute?.”
Conclude la Consigliera Guarda: “Sentirsi dire che altre regioni non fanno quanto il Veneto è la tipica risposta da razionalista aziendale con la fissa del benchmarking, ma che trascura un punto fondamentale, e cioè che le altre regioni non hanno la contaminazione da pfas del Veneto e non possiamo puntare in basso.”