“Sono sicura che il Consigliere Formaggio commenta la recente sentenza emessa dalla Corte di Assise presso il Tribunale di Catania in quanto perfettamente consapevole della non sovrapponibilità tra quanto deciso dal tribunale etneo e quanto invece oggetto del progetto di legge regionale di iniziativa popolare. Non avendo motivo per dubitare della razionalità del Consigliere, devo dedurre che le sue esternazioni sono addebitabili alla pura volontà di confondere, così tentando di nuocere all’iniziativa legislativa dei veneti che, piazza per piazza, via per via, casa comunale per casa comunale, hanno raccolto le firme necessarie per portare in discussione in Consiglio regionale un atto di cristiana pietas e di civiltà. Il Consigliere Formaggio avrà anche letto le carte processuali, e sono certa che così è, ma è altrettanto chiaro che non ha letto l’art. 1 del testo di legge di iniziativa popolare, testo che peraltro riconosce e fissa in legge i presupposti per ricorrere al fine vita, come da indicazione della sentenza n. 241 del 2019 della Corte Costituzinale. E’ la stessa Associazione Luca Coscioni, promotrice del progetto di legge , ad aver recentemente lodato la Regione del Veneto sul caso “Gloria” perché si è distinta per la corretta applicazione della sentenza della Corte costituzionale sul ‘caso Cappato’, che rende non punibile l’aiuto al suicidio a determinate condizioni. Vale la pena ricordare al Consigliere che è la stessa Regione governata dalla maggioranza di cui lui e Fratelli d’Italia fanno parte.’
Cristina Guarda, Consigliera regionale (Europa Verde)