Interventi di rimozione della vegetazione da fiumi e fossi in molte aree vicentine, Cappelletto e Bollini (EV): “Così si mette in pericolo la nostra terra, serve gestione moderna di fiumi, torrenti e fossi”
In atto la rimozione di ogni forma vivente dalle sponde, nel mese dell’anno più importante per nidificazioni e nascite delle future generazioni. Serve invece conciliare due importanti obiettivi: la salvaguardia della sicurezza idrica e la conservazione della delicata biodiversità locale.
In riferimento al pesante intervento di rimozione alberi e vegetazione da sponde e alveo del Guà tra Lonigo, Sarego, Zimella e Cologna, e ad analoghe segnalazioni in altre località della provincia, così intervengono i due portavoce vicentini di Europa Verde, Fabio Cappelletto e Gaia Bollini: “Ancora nel 2022 viene premiata la mentalità del ‘vedere ben pulito’ che però mal si sposa con la conservazione della biodiversità locale.”
“Grandi bonifiche del passato, pratiche agricole intensive, inquinamento, diffusione di specie aliene e consumo di suolo hanno drasticamente impoverito la nostra terra dal punto di vista naturalistico. Ecco perché è importante ora più che mai tutelare piante e animali legati all’acqua e privati del loro habitat originario. In particolare per fossi e scoline dei campi, che svolgono inoltre importanti azioni di assorbimento di carichi inquinanti e fitodepurazione acque.”
Troppo spesso c’è scarsa consapevolezza di questo valore: “Preservare la biodiversità di un corso d’acqua non significa abbandonarlo a sé stesso, – continuano i portavoce, – ma pianificarne e adeguarne la gestione consentendo la presenza costante di fauna e flora ripariale.”
Quali i possibili interventi? “I consorzi di bonifica avrebbero già a disposizione manuali di gestione naturalistica ben redatti: trasferiscano nozioni e modalità d’intervento ai loro operatori. Per esempio, tra le azioni previste per i fossi c’è il rilascio alternato di una fascia di piante acquatiche lungo una sponda, con tagli annuali in autunno-inverno, oppure il taglio sinuoso della vegetazione lasciandone macchie a lati alterni. Molti studiosi e naturalisti hanno confermato la disponibilità a collaborare con gli enti: date loro ascolto.”
Bollini e Cappelletto sottolineano la necessità di applicare tutte le modalità virtuose di gestione già positivamente sperimentate: “Nelle Zone Speciali di Conservazione (ZSC) come i Colli Berici, è la stessa normativa a richiederlo: i criteri di tutela sono indicati dalle leggi regionali DGR 786/2016 e DGR 1331/2017. Lo stesso discorso vale dunque per tutta la rete idrica compresa nei siti Natura 2000 sul territorio. Le soluzioni ci sono e non implicano costi aggiuntivi.”