Dichiara la Consigliera regionale Cristina Guarda (EV): Entro i prossimi 2 giorni verrà deciso se continuare ad accanirsi nella costruzione di un’opera che il Comitato Olimpico Internazionale ha consigliato di NON realizzare, affermando: “Continuiamo a sostenere che il costo opportunità per un contributo di fondi pubblici così importante non sia favorevole e rischi realmente di pesare sulle future generazioni.”
Lo scriveva il Direttore Generale del CIO in una lettera al Presidente Zaia e alla Regione Veneto nel Gennaio 2021, aggiungendo che: “Come abbiamo detto in molteplici occasioni, la nostra ferma raccomandazione è non intraprendere alcun lavoro sulla Pista da Bob di Cortina per le Olimpiadi invernali 2026 è basata su un’esperienza mondiale.”
Di fronte ai messaggi accorati del Comitato Olimpico, al voto unanime della Camera dei Deputati per fermare la costruzione di una nuova pista da Bob a Cortina e alle manifestazioni che ormai da 3 anni riempiono le strade di Cortina con centinaia di cittadini ampezzani, veneti e non solo, è inaccettabile che un Presidente di Regione scelga di insistere nello sperpero di 124 milioni di euro di fondi pubblici, per costruire un’opera impossibile da mantenere visti i costi di manutenzione attualmente stimati attorno i 500.000 euro all’anno.
È inaccettabile perché abbiamo le alternative: una proposta dai gestori della pista esistente più vicina, quella di Innsbruck (12,5 milioni per il noleggio e l’organizzazione di tutta la gara Olimpica ed i test di prova, il 10% del costo della sola ricostruzione totale della Pista a Cortina) , o la possibilità di ricorrere a una pista “naturale” a St. Moritz, ricevendo una deroga dal CIO e dalle Federazioni di Slittino, Bob e Skeleton.
Sul progetto della pista di Cortina pesano anche altri aspetti non meno importanti, come ad esempio: l’abbattimento di 3 ettari di bosco centenario e lo spreco di 22 milioni di litri d’acqua potabile all’anno per ghiaccio e raffreddamento. La data ravvicinata delle competizioni olimpiche dovrebbe porci anche qualche interrogativo rispetto ai 26 (anziché 40 mesi inizialmente previsti) di lavori, con 3 turni consecutivi anche in pieno inverno ed evidenti rischi per lavoratori, e con ripercussioni importanti sulla viabilità. Ci auguriamo che le valutazioni avvengano in serenità e sulla base di calcoli veri, non esclusivamente su ragioni di natura politica.