Roma, 8 dic.- “Non ci basta sapere che le autorizzazioni per la gestione della depurazione dell’impianto dei fanghi sono basate sulle migliori tecniche disponibili (BAT – Best Available Technology) come disposto dall’art. 29-bis del dlgs 152 del 2006: è solo questo che può assicurare il ministero della Salute rispondendo alla nostra interrogazione. Ma è troppo poco di fronte ai rischi: l’inceneritore di ENI REWIND di Porto Marghera gestirà la quasi totalità dei fanghi di depurazione prodotti in Veneto, gran parte inquinati da sostanze nocive come diossine, PCB e PFAS. Proprio la presenza dei terribili PFAS è confermata da ENI REWIND in un documento depositato ai fini del rilascio VIA/AIA 160061-ENG-E-E5-2153-01, dove a pagina 11 si legge: ‘gli impianti di trattamento delle acque reflue ricevono PFAS da reflui urbani, scarichi industriali specifici, rifiuti liquidi e percolato di discarica. I processi convenzionali di trattamento delle acque reflue rimuovono i PFAS …’. E’ chiaro che è necessario un supplemento di valutazione dell’impatto dell’inceneritore progettato da ENI REWIND sulla salute delle persone che vivono nel territorio metropolitano e nella laguna di Venezia. Valuteremo nuove azioni anche alla luce di un nuovo studio dell’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC) dell’OMS, pubblicato la scorsa settimana su The Lancet, in base al quale alcune sostanze della famiglia PFAS, sono “sicuramente cancerogeno per l’uomo” (PFOA) e “possibilmente cancerogeno per l’uomo” (PFOS).”.
Così Luana Zanella, capogruppo di Alleanza Verdi e Sinistra alla Camera, in merito alla risposta ricevuto dal ministero della Salute alla interrogazione sull’impianto di depurazione di Eni Rewind presso Porto Marghera.