“Il numero chiuso per l’accesso alle facoltà di medicina è certamente una iattura, lo diciamo da tempo e siamo dunque d’accordo con la recente dichiarazione Zaia: lo sbarramento va eliminato. Ma ricordiamo a Zaia che il problema della mancanza di personale sanitario nelle strutture pubbliche in Veneto non è esclusivamente attribuibile al numero chiuso. Invito Zaia a riflettere sulla imponente migrazione di personale sanitario dalle strutture pubbliche alla sanità privata. Occorre un forte miglioramento delle condizioni lavorative e organizzative nelle strutture pubbliche del Veneto rispetto a quelle private, garantendo alla prime l’attrattività necessaria. Inoltre, è necessario superare le attuali condizioni di un sistema sanitario regionale i cui principi cardine di universalità, eguaglianza e equità si affievoliscono al crescere di politiche che avvantaggiano il sistema sanitario privato: basti pensare che, anche sul tema del fine vita, qualcuno ha addirittura ventilato l’ipotesi di demandare alle strutture private l’erogazione dell’assistenza all’aiuto alla somministrazione del farmaco.
Siamo dunque d’accordo con Zaia quando insiste sulla dannosità del numero chiuso per l’iscrizione alle facoltà di medicina, ma contestualmente tocca ricordare che le performance della Regione sul diritto allo studio non sono decisamente esemplari. Infatti, i ritardi nell’erogazione delle borse di studio e le difficoltà di accesso degli studenti fuori sede agli alloggi sono note, ma altresì drammaticamente all’ordine del giorno.” Lo dichiara la Consigliera regionale Cristina Guarda (Europa Verde).