“Meno di un anno per costruire in Italia una struttura faraonica in tempo per le Olimpiadi invernali del 2026? Una favola paragonabile alla famosa Città (fantasma) dello Sport progettata da Santiago Calatrava a Tor Vergata per i Mondiali di Nuoto del 2009. Non si trattasse di un progetto dal valore di 85 milioni di euro di fondi pubblici verrebbe da sorridere. Ma sul progetto pesa l’orgoglio del duo Salvini-Zaia, ai quali poco importa delle tempistiche, dei costi e dell’impatto ambientale di questa cattedrale nel deserto: l’importante è dire che questa pista alla fine, in un modo o nell’altro, è stata fatta. Alla fine dei conti, a doversi fare carico eventualmente dei costi di mantenimento e di gestione dell’impianto non saranno certo loro…!” Lo afferma la Consigliera regionale Cristina Guarda (Europa Verde) che in conclusione dichiara: “Nel prendere atto dell’improvvisa cautela manifestata dal Presidente del Veneto quando, dopo aver decantato per anni quanto l’orgoglio veneto fosse racchiuso in quest’opera considerata certa, afferma che il progetto è da realizzarsi solo se compatibile coi Giochi, non posso che ringraziare cittadine e cittadini che si sono mobilitati per fare squadra richiamandosi al senso di responsabilità di tutte le istituzioni e facendo emergere le contraddizioni ambientali ed economiche, ispirando, assieme ad Europa Verde, il Parlamento ad esprimere un voto contrario alla Pista da Bob a Cortina.”