GUARDA (AVS – GREENS/EFA), servizio civile agricolo: «è lavoro sottopagato, una presa in giro per chi chiede condizioni di lavoro e redditi dignitosi » La controproposta: «Lo si renda una vera esperienza sociale per la comunità»

(Bruxelles, 27/09/2024) «Di servizio civile questa proposta non ha nulla, è un incentivo a sfruttare legalmente i giovani nei campi, normalizzando il lavoro agricolo sottopagato.» Così risponde l’On. Cristina Guarda, eurodeputata dei Verdi con lunga esperienza personale nel settore agricolo e membro effettivo della commissione agricoltura al Parlamento Europeo, alla proposta del ministro Lollobrigida di istituire un servizio civile agricolo pagato 500 euro al mese.

Lo spirito del servizio civile dovrebbe permettere ai giovani di contribuire direttamente al benessere della propria comunità compiendo un’esperienza formativa, ma non sembra questla direzione del ministero «Non ha nessun beneficio per la comunità, si tratta di vero e proprio lavoro di bracciantato, pagato 500 euro al mese che rasenta i limiti della dignità. È sfruttamento legalizzato e normalizza le basse retribuzioni del settore agricolo.» dichiara Guarda, aggiungendo: «Il Ministro ha scelto di legalizzare lo sfruttamento, che allontanerà definitivamente i giovani dal lavoro nei campi, quando aveva invece l’opportunità di promuovere nuove pratiche solidali e sostenibili. Siamo ben lontani dal rispondere alle richieste emerse con forza negli ultimi mesi per garantire redditi equi ai produttori e ai lavoratori agricoli, nonché il rispetto e la tutela dei loro diritti.»

Guarda, agricoltrice vicentina e già consigliera regionale del Veneto per nove anni, avanza quindi una controproposta: «si crei un servizio civile mirato alla cura dei propri territori e delle proprie comunità, che costruisca l’esperienza che ci serve per un nuovo modello di agricoltura sociale e sostenibile.» Continua Guarda: «progetti sperimentali di riqualificazione agricola urbana, agricoltura sostenibile a km0, “orti condivisi”, agricoltura sociale come quella di Libera o progetti in cui vengono sperimentati nuovi modelli di gestione partecipativa», prospettive che secondo l’eurodeputata dei Verdi avrebbero una enorme potenzialità di ricongiungere sostenibilità e mondo del lavoro come volano per la transizione ecologica del settore agricolo.

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